Centri estivi, rette alle stelle: «A questi prezzi non possiamo permetterceli»

Giovedì 4 Giugno 2020 di Mauro Favaro
Al via dal 15 giugno i centri estivi ma molte rette sono proibitive

TREVISO I centri estivi post Covid che partiranno tra il 15 giugno e l'inizio di luglio rischiano di pesare come mai prima d'ora sulle tasche delle famiglie. Le misure anti-contagio prevedono che i bambini e i ragazzi vengano divisi in piccoli gruppi e ognuno dovrà essere seguito da almeno un operatore dedicato. Serve oltre il triplo del personale. La cooperativa Comunica, in più, ha inserito la figura del Covid Helper, un aiutante pronto a sorvegliare i gruppi a distanza in caso di necessità. I costi inevitabilmente sono lievitati. E le famiglie sono sul piede di guerra: «Così dobbiamo rinunciare - hanno scritto sul web tanti genitori - a queste cifre non ce lo passiamo permettere». Il nodo è tutto nello stanziamento di fondi dagli enti pubblici a sostegno delle cooperative. Soldi che ancora non si vedono. 
IL SALASSO
I costi sono schizzati alle stelle. L'anno scorso si stava tra i 40 e i 60 euro a settimana per bambino. Adesso si parla di cifre tra i 150 e i 200 euro a settimana per i cosiddetti centri estivi comunali. E per i privati si va anche oltre. L'outdoor educational camp per bambini e ragazzi delle elementari e delle medie che partirà l'8 giugno in Ghirada, ad esempio, costerà 260 euro a settimana. Le quote sono così elevate perché, proprio mentre serve più personale, la maggior parte dei Comuni ad oggi non ha i fondi necessari per calmierarle, erogando contributi ai privati che organizzano le attività. I prossimi sette giorni saranno decisivi per individuare finanziamenti. «Ci sono diverse incognite - fa il punto Matteo Marconi, presidente della cooperativa Comunica, - che organizza una trentina di centri estivi all'anno lo Stato ha stanziato 185 milioni di euro, ma i soldi non sono ancora arrivati e non si sa a quanto ammonteranno le singole quote per municipio. Di seguito, il bonus baby-sitter potrebbe essere usato anche per i centri estivi, ma le procedure al momento non sono online. E ancora non si sa se ci saranno altre possibilità». 
TREVISO E VITTORIO VENETO
Dopo Vittorio Veneto, che coi contributi comunali ha congelato le rette a 90 euro per due settimane di centri estivi, anche Treviso è riuscita a giocare d'anticipo stanziando 250mila euro. Qui i centri estivi comunali, affidati proprio a Comunica, inizieranno il 6 luglio. Il municipio ha stanziato i fondi che permetteranno di tenere la retta a 39 euro a settimana, come l'anno scorso. Il servizio a tempo pieno, dalle 8 alle 17, sarà rivolto ai bambini dell'asilo (3-6 anni) e a quelli delle elementari (6-11). Sono state previste otto sedi diverse. Quattro asili per la fascia dell'infanzia: Rodari, San Paolo, Andersen e 25 aprile. E quattro elementari: Giovanni XXIII, Vittorino da Feltre, Masaccio e Carrer. Il Comune ha investito 60mila euro in più per calmierare la retta, che si aggiungono ai 104mila già dovuti al concessionario e a un'altra quota da 100mila euro, di cui 50mila come contributo per i soggetti del terzo settore che vorranno organizzare propri centri estivi e 50mila per il bonus famiglie. Nei prossimi giorni verrà pubblicato un avviso pubblico per progetti di gestione di centri estivi da 0 a 17 anni. Intanto si può partire. «Abbiamo voluto investire per sostenere le famiglie e l'organizzazione dei centri estivi, importantissimi per questa fase di ripartenza con i genitori che, dopo mesi di isolamento, sono tornati al lavoro» sottolinea il sindaco Mario Conte.
LE DIFFICOLTA'
Gli altri Comuni nella Marca, però, al momento non hanno la certezza di poter garantire un loro intervento economico per ridurre le rette appesantite dalle misure di prevenzione contro il coronavirus. E tanto meno le parrocchie. A Povegliano hanno già alzato bandiera bianca. «Mettere in moto tutto il protocollo, in particolare per il rapporto insegnante-numero di bambini, porta a una lievitazione dei prezzi.

Per noi si parlerebbe di almeno 200 euro la settimana ha scritto don Michele Pestrin in una lettera indirizzata alle famiglie ci troveremmo decisamente in imbarazzo, visto anche che con le scuole siamo già in difficoltà. Per questo siamo giunti alla scelta di non attivare i centri estivi, concentrandoci su una riapertura a settembre il più degna e professionale possibile». Il Comune di Povegliano sta provando a metterci una pezza organizzando dei centri estivi almeno per i bambini dai 3 ai 6 anni. «Ad oggi, però, abbiamo ricevuto una proposta da un soggetto privato che prevede una retta di 250 euro a settimana allarga le braccia il sindaco Rino Manzan vorrebbe dire mille euro al mese. Non possiamo chiedere così tanti soldi alle famiglie. Si parla praticamente di un intero stipendio». 

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