Coronavirus e riaperture. Doppio controllo al bar: «Appena riaperto e fermo subito»

Domenica 10 Maggio 2020 di Elena Filini
Coronavirus e riaperture. Doppio controllo al bar: «Fermo subito il bar appena riaperto»
1

SEGUSINO - Due controlli dei carabinieri in 10 minuti. Poi arriva la polizia locale. Motivo? I clienti bevono il caffè in piazza, vicino al locale. Dopo la minaccia di sanzioni, la giovane barista fa dietro front e richiude il locale. E' durata poco meno di una mattinata la fase 2 di Fulvia Stramare.

Treviso come Milano? Troppi spritz per strada, il sindaco minaccia di chiudere tutto

Ieri mattina la ragazza, titolare del bar Sbrech, ha deciso di riaprire con take away sfruttando l'indotto del mercato. Ma subito sono iniziati i problemi. Dopo aver consegnato i caffè e cappuccini da asporto ai clienti Fulvia ha un primo controllo dei carabinieri. Passano dieci minuti e ne arriva un secondo. Intanto la famiglia che stava bevendo il caffè in direzione mercato viene fermata e controllata. Arriva poi la polizia locale che minaccia sanzioni e chiusura. A quel punto Fulvia decide di chiudere e non riaprire.

Arman, in vendita l'intero palazzo con la storica osteria: «Prezzo proibitivo, pronti a lasciare»


 

Riaperture e controlli: impossibile lavorare

«Impossibile lavorare in questa situazione  avendo già avuto 2 controlli dei carabinieri e polizia municipale che alla terza volta oltretutto rischio la chiusura e una gran sanzione anche in assenza di assembramenti. In questa situazione risulta davvero impossibile lavorare in serenità anche cercando di rispettare le regole». L'esercente non ha nulla da eccepire sul lavoro delle forze dell'ordine. «L'ordinanza è chiara ed è giusto far rispettare le regole. Ma io sono da sola, lavoro sola. Quando arriva il cliente consegno il caffè raccomandando di portarlo via. Non posso anche mettermi in mezzo alla piazza per vedere se viene rispettato».
 

Cartelli per i clienti del bar: non basta

Stramare spiega inoltre che ha posizionato tutti i cartelli necessari, e che non esistono regole chiare per la distanza entro cui il barista ha giurisdizione. «Tutto vero e tutto giusto, la salute viene prima. Ma io sono chiusa da due mesi, a fronte di utenze, affitto. Ho cercato di riaprire per ripartire, siamo in un piccolo paese, qui il concetto di assembramento è davvero relativo». Anche il sindaco Gloria Paulon interviene sulal vicenda. «Credo che tutti possano confermare come, dal primo giorno, nel nostro territorio non sia stato adottato un approccio repressivo e sanzionatorio-spiega in merito ai controlli- Detto questo, credo che l'episodio di Fulvia sia emblematico di una situazione non più sostenibile da parte di tutte quelle piccole attività commerciali ed artigiane che ancora oggi dopo due mesi non hanno risposte né certezze; ha visto una speranza di poter riprendere a lavorare, che purtroppo si è tramutata in un potenziale boomerang per la sua attività». 
 

Treviso come Milano? Troppi spritz per strada, il sindaco minaccia di chiudere tutto

LA POLEMICA TREVISO Toglieteci tutto, ma non lo spritz.

Non proprio scene da naviglio milanese ieri mattina in centro storico a Treviso. Ma qualche aperitivo e qualche cicheto consumati davanti ai locali e alle poche osterie aperte sì. Complici il sole e la cattività durata oltre due mesi. Mascherine abbassate o sfilate.

Ultimo aggiornamento: 09:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci