Conegliano, Garbellotto: "Servono forze fresche, pronto a dare il mio contributo"

Giovedì 8 Aprile 2021 di Paolo Calia
L'imprenditore e patron dell'Imoco Volley Conegliano Piero Garbellotto

CONEGLIANO - «Conegliano deve cambiare per poter affrontare le sfide che ha davanti e cogliere tutte le opportunità a disposizione». Piero Garbellotto guarda alla sua città sia con l’occhio dell’imprenditore di successo, la sua azienda di botti è leader mondiale del settore, sia con lo sguardo del cittadino consapevole che le elezioni 2021 rappresentino un bivio dove sbagliare strada non sarà consentito. E ammette: «Io sono a disposizione per sostenere questo cambiamento. Che spero venga portato avanti con un programma smart, fatto di 4-5 punti chiari, importanti per la città».
Garbellotto, di che sfide parla?
«Mi riferisco soprattutto a quella rappresentata dall’Unesco. Conegliano è la porta d’ingresso per le colline diventate patrimonio dell’umanità. Qui arriva la ferrovia, l’autostrada. Siamo sulla direttrice Venezia-Milano in previsione delle Olimpiadi di Cortina. La città deve svoltare».
Colline dell’Unesco significa essenzialmente “turismo”.
«In realtà stiamo parlando di una volano per tutta l’economia della città. I benefici ricadranno sicuramente su chi si occupa di turismo, ma anche su tutto il resto: il commercio, i servizi. Sarà un motore per portare nuove attività e creare posti di lavoro per i giovani. Tutto va fatto al meglio».
Lei ha già vissuto un’esperienza del genere.
«Ho visto da vicino cosa è successo nelle Langhe quando sono diventate patrimonio Unesco. In 5-6 anni hanno cambiato faccia con strutture rimesse a posto e lo sviluppo del turismo diffuso. Alba poi è una città simile a Conegliano, più o meno delle stesse dimensioni, e si è rilanciata dotandosi di servizi di livello».
E Conegliano avrebbe bisogno di un rilancio.
«La città sta soffrendo le conseguenze di questa congiuntura. Negozi e bar chiudono, si vedono sempre più cartelli “affittasi”, i capannoni sono vuoti, l’indice demografico è negativo. Puntare sul turismo può aiutare a rinascere e ritornare a essere punto di riferimento per la sinistra Piave».
Il suo sembra il discorso di un futuro candidato sindaco: sta pensando alla candidatura?
«La mia è solo un’opinione, un auspicio per vedere la città rinascere. Conegliano ha bisogno di rimettersi in piedi. E io, come altri penso, sono a disposizione per dare una mano».
Le elezioni amministrative sono alle porte e lei parla di programmi “smart”.
«Sì, 4-5 punti, chiari, fattibili. Che la gente capisca subito. Non servono programmi di 40-50 pagine che poi nessuno legge».
E che nessuno realizza...
«Io spero in persone che siano capaci di portare avanti quella spinta propulsiva di cui la città ha bisogno. E penso a gente politicamente “fresca”. Chi ha trenta o quarant’anni di politica o di amministrazione alle spalle ha sicuramente esperienza. Ma forse non quella spinta necessaria in una fase come questa».
Quali sono i punti che vorrebbe leggere in un programma per Conegliano?
«Il primo, ovviamente, puntare a sfruttare al meglio l’occasione dell’Unesco. Poi una maggiore sicurezza. Ci sono zone come la stazione ferroviaria o il Biscione che non si possono certo dire tranquille. Tanto per fare un esempio: la signora Maria che viene a Conegliano per fare shopping, magari non si sente sicura a parcheggiare in certi posti e quindi se ne va da un’altra parte. E poi il recupero dell’area Zanussi».
Come lo vedrebbe questo recupero?
«L’area Zanussi ha potenzialità elevatissime. Bisognerebbe recuperarla ricavando aree verdi per la cittadinanza, magari realizzando un laghetto al suo interno e un’area commerciale dotata di tutti i servizi necessari. E poi non può mancare il completamento della circonvallazione e la riqualificazione di parchi e giardini pubblici».
E tutto è legato alla capacità di utilizzare bene le possibilità date dal riconoscimento Unesco.
«Lo ripeto: sì. È un treno da prendere al volo, un’occasione da non fallire. Conegliano è una porta d’ingresso e va valorizzata. Da qui si parte per andare a Valdobbiadene e negli altri luoghi delle nostre colline. E non parlo solo di turismo, ma dell’intera economia».
In vista delle prossime amministrative come vede i movimenti in campo? Ci sono forze politiche o possibili candidati che la convincono?
«È ancora presto per capire. Vorrei prima leggere i programmi, capire se sono realizzabili. Mi piacciono programmi smart, agili e concreti. E poi persone con voglia e capacità di portare a compimento obiettivi importanti. Che abbiano, lo ribadisco, forza propulsiva per spingere il cambiamento».
 

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