Le case di riposo di Treviso rischiano di perdere 100 operatori socio sanitari: «Presi dagli ospedali»

Giovedì 2 Giugno 2022 di Mauro Favaro
Casa Albergo Salce Israa

TREVISO - Le case di riposo dell’Israa di Treviso rischiano di perdere 100 operatori sociosanitari.

Un quarto del totale. Tanti sono quelli oggi in servizio nei centri per anziani del capoluogo che si sono iscritti al concorso per entrare negli ospedali, come dipendenti dell’Usl.

Difficile immaginare che se ne vadano tutti in blocco. Ma non si può nemmeno escludere. E numeri del genere accendono nuovamente la spia, che in realtà non si era mai spenta, anzi, sul tema della grave carenza di personale nei centri servizi per anziani in seguito all’emergenza Covid.

Le case di riposo perdono operatori, Azienda Zero apre un concorso

“Alla carenza infermieristica, che persiste, oggi si aggiunge anche la carenza di operatorio sociosanitari – conferma Giorgio Pavan, direttore dell’ipab trevigiana – tra qualche giorno ci sarà un concorso di Azienda Zero destinato proprio agli operatori sociosanitari. E solo l’Israa ne ha cento che partecipano. E’ un loro diritto. Così come fare il concorso è un diritto di Azienda Zero. Da parte nostra, rileviamo il problema nel reperire persone che si prendano cura degli anziani nelle strutture residenziali”.

Gli ospedali prendono operatori sanitarie alle case di riposo

E’ un altro fronte che si apre. Gli ospedali, in sintesi, continuano a drenare personale dalle case di riposo. E queste ultime devono tappare i buchi come meglio possono. Ad oggi nell’organico dell’Israa non mancano infermieri od operatori sociosanitari. Va sottolineato. Ma questo solamente grazie all’arrivo di stranieri. Per quanto riguarda gli infermieri, ad esempio, l’Israa attualmente conta 50 stranieri su 75. Se non ci fossero, la situazione sarebbe di fatto drammatica.

“Senza questi 50 infermieri stranieri – sottolinea Pavan – saremmo costretti a dimettere il 50% degli anziani”. “Adesso inizia anche l’epopea degli operatori sociosanitari – aggiunge – noi ne contiamo 400. Se cento, tra questi, vincono il concorso e vanno via le cose si complicano. Certo, anche noi faremo nuovi concorsi, ma è più che mai evidente la grande necessità di personale per la cura delle persone anziane”. In tutto ciò c’è almeno una buona notizia per le case di riposo.

Le case di riposo sopravvivono anche grazie a infermieri stranieri

Durante l’emergenza Covid era stato facilitato l’arrivo di infermieri stranieri. In teoria, però, avrebbero potuto lavorare nelle strutture italiane solo fino alla fine di quest’anno. Ma adesso le cose sono cambiate.

“Per quanto riguarda la questione infermieristica, grazie anche all’intervento dell’onorevole Giuseppe Paolin (deputato della Lega di Possagno) abbiamo avuto la possibilità di prorogare la deroga per l’iscrizione all’Ordine delle professioni infermieristiche – conclude Pavan – grazie a questa iniziativa potremo respirare per un anno in più, cioè non solo fino alla fine di quest'anno ma fino alla fine del 2023. Nel frattempo, però, bisogna darsi da fare per reperire nuove risorse per questo settore”.

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