Caro gas, i costi superano i ricavi: la Pro-Gest ferma 6 cartiere. Dipendenti in ferie, poi cassa integrazione

Martedì 8 Marzo 2022 di Mattia Zanardo
Caro gas, i costi superano i ricavi: la Pro-Gest ferma 6 cartiere. Dipendenti in ferie, poi cassa integrazione
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TREVISO - Con i prezzi del gas schizzati alle stelle, i costi di produzione della carta hanno superato i ricavi di vendita. Per la Pro-Gest di Ospedalletto di Istrana, in provincia di Treviso, significava lavorare in perdita. Così, ieri, il gruppo, il più importante operatore italiano del settore e uno colossi su scala europea, ha deciso di sospendere l'attività delle sue sei cartiere.

Uno stop di qualche giorno, almeno per ora, spiegano dall'azienda, nella speranza che le quotazioni calino, anche grazie a qualche intervento governativo o europeo, e si possa ripartire.

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«Vendiamo la carta a 680 euro alla tonnellata - afferma Bruno Zago, fondatore e presidente di Pro-Gest - ma produrre questo quantitativo oggi sono necessari 750 euro soltanto per il gas naturale. E a ciò si sommano poi i costi della materia prima, della manodopera, dei trasporti e tutte le altre voci. Abbiamo tenuto duro, cercando di andare avanti, ma in queste condizioni non è più possibile pensare nemmeno a ritocchi dei listini: bisognerebbe vendere la carta ai clienti a quasi il doppio, improponibile». Il comparto cartario è tra i settori a più alto consumo di energia e, da diversi mesi, sta facendo fronte al rialzo dei prezzi. Lo stesso gruppo trevigiano, nelle scorse settimane aveva segnalato le pensanti ripercussioni dei rincari, pur essendo riuscito a chiudere il bilancio 2021 a oltre 700 milioni di euro di fatturato, in crescita del 60%. L'ultima escalation provocata dal conflitto in Ucraina ha reso la situazione insostenibile.

«È un momento di straordinaria e drammatica criticità che vogliamo superare quanto prima - conferma l'amministratore delegato Francesco Zago -. Stiamo monitorando da vicino la situazione della guerra e siamo profondamente addolorati per il popolo ucraino, auspicando una soluzione immediata del conflitto armato. Anche a causa di queste gravi tensioni, il prezzo del gas naturale oggi è di oltre dieci volte superiore rispetto a dodici mesi fa ed è triplicato in poco più di una settimana». Ancor più dell'elettricità, infatti, per l'azienda il problema è dato proprio dalla rapida impennata del metano, con cui sono alimentati gli impianti. Da qui la scelta - presa con «enorme rammarico» e nonostante gli investimenti tecnologici effettuati in questi anni, sottolineano dal quartier generale nella Marca - di interrompere temporaneamente la produzione di tutte e nove le macchine continue di carte per ondulatore e tissue. Il gruppo, che produce circa un milione e 300mila tonnellate di carta all'anno, conta sei cartiere attive in Italia: a Camposanpiero (Padova), Villa Lagarina (Trento), Mantova, Mesola (Ferrara), Tolentino (Macerata) e Capannori (Lucca). A valle di queste, altre venti società controllate, che realizzano cartone ondulato (in totale un milione e 200mila metri quadrati annui) e imballaggi. Allo stato attuale, nessun fermo riguarda gli altri stabilimenti. In questi giorni il personale delle cartiere sarà messo le ferie, poi se nel giro di qualche giorno il quadro non sarà rientrato in margini compatibili con la redditività, come sottolinea il patron, si procederà con la richiesta di cassa integrazione. Pro-Gest impiega circa 400 addetti in Italia L'auspicio è quello di poter riprendere a produrre al più presto. Per questo dal gruppo chiedono «alle istituzioni di intervenire per salvaguardare interi comparti produttivi, messi oggi fuori mercato da un aumento incontrollato dei costi».

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SPERANZA UE

Si attendono risvolti positivi dalla discussione in materia anche a livello europeo. Difficile comunque fare previsioni. «Sicuramente nel breve termine pensiamo di perdere competitività rispetto ad altri paesi europei, che hanno una minore dipendenza dal gas rispetto all'Italia - nota Francesco Zago -. Sul lungo periodo, speriamo che non ci siano effetti, soprattutto perché ci auguriamo che la situazione tra Russia e Ucraina diventi meno pressante di quanto è ora». E il padre Bruno aggiunge: «Rivedere le politiche energetiche? Certamente sarà necessario, ma ora servono soluzioni immediate».

Ultimo aggiornamento: 16:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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