Federica, addio al posto fisso per coltivare mirtilli. Ma i ladri le hanno giocato un brutto scherzo

Martedì 3 Maggio 2022
Federica Coppe
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SEGUSINO - Posto fisso addio. Federica ha scelto le api e i piccoli frutti. Ma ieri la brutta sorpresa: i ladri hanno scardinato il casone dei mirtilli rubando pannelli fotovoltaici e altri materiali. «Sono demoralizzata ma non demordo - commenta la giovane coltivatrice - Non riusciranno a fermare il mio sogno».


LA SCELTA


Per molti la pandemia è stata un detonatore. Ha risvegliato passioni e desideri che si stavano piegando all'esigenza della sicurezza economica del lavoro dipendente. Per Federica Coppe, 26 anni, il passo è stato importante. «Lavoravo come commessa al Conad.

Ho mollato tutto e iniziato una nuova vita in campagna». Ha deciso di investire risparmi ed energie in segmenti poco coperti: i mirtilli, le arnie e di prendersi cura delle viti già coltivate dal padre Donato, spalla insostituibile nel lavoro all'aria aperta. Nata un anno fa, l'azienda di Federica si chiama al fighèrdal nome della località riportata nelle piante catastali su cui insistono i terreni di famiglia. «Dopo il liceo Veronese ho scelto di non continuare gli studi. Ho sempre amato gli animali e mi sono spesso chiesta quale sarebbe stato il destino dei terreni di mio nonno. La pandemia mi ha fatto prendere la decisione definitiva. Così mi sono buttata». Il lavoro in campo le sta dando grande gioia, al netto del furto di due giorni fa. Ma Federica, aiutata dalla famiglia, presto si lascerà alle spalle l'amarezza e andrà avanti con decisione. Aveva esperienza quando ha iniziato? «Non precisamente, ma da sempre vivo in contiguità con le viti e i terreni del nonno. Però per scegliere cosa fare ho voluto riflettere bene. La scelta di mettere a dimora un piccolo mirtilleto non è stata immediata, mi ci è voluto tempo per riflettere se l'investimento valesse la pena. Poi ho deciso, e investito i miei risparmi». Ma la sua famiglia aveva anche un apiario per uso domestico. «L'appassionato è sempre stato mio padre. Abbiamo deciso di ampliarlo» Infine le viti: «È un piccolo vigneto, ma insieme alle altre attività ci ha consentito di partire con l'azienda agricola. L'azienda agricola al fighèr si estende per un totale di quasi 7 ettari, ma la maggior parte sono boschi e prati di montagna. Il vigneto è di 6 mila metri, l'apiario è composto da 16 arnie e il mirtilleto da 270 piante su 1000 metri. Abbiamo ponderato e scelto anche il nome. E devo dire che è perfetto per noi».


IL FENOMENO


A Segusino, dove l'azienda ha sede, c'è un movimento di ritorno di giovani all'agricoltura: «Si stanno moltiplicando le realtà agricole familiari, è un fenomeno interessante anche in funzione turistica. Noi facciamo parte di una rete di agricoltori che valorizza il territorio portando alla conoscenza del turista i sapori caratteristici di Segusino». Insieme a lei e a papà Donato anche il suo compagno Nicola: «Io e Nicola ci occupiamo del lavoro in campo ma anche della commercializzazione: al momento facciamo consegne a domicilio e vendiamo in piccoli negozi o negli agriturismi della zona. Devo dire che però la domanda supera l'offerta, per cui siamo soddisfatti di quello che stiamo ottenendo».

Ultimo aggiornamento: 17:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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