Allevano insetti nella campagna: la start up delle farafalle per salvare l'ambiente

Venerdì 6 Novembre 2020 di Federica Baretti
I titolari della Smasrt Bugs
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Smart Bugs, start up di Ponzano Veneto ideata da Pier Paolo Poli ed Emanuele Rigato I due biologi nella campagna trevigiana allevano insetti: «Noi siamo convinti che non siano un problema, ma una risorsa per la difesa della natura e delle biodiversità»

L'IMPRESA Il battito d'ali delle farfalle per combattere il cambiamento climatico.

Nella campagna trevigiana la difesa dell'ambiente e della biodiversità passa attraverso Smart Bugs, azienda agricola che ha sostituito stalle e abbeveratoi con teche e fettuccine di garza. La giovane start up è infatti una Insect Farm, un'impresa che alleva insetti, a partire dalle spettacolari farfalle Macaone, specie europea fra le più belle al mondo. «Siamo convinti - spiegano i due fondatori di Smart Bugs Pier Paolo Poli ed Emanuele Rigato, entrambi biologi - che ai nostri giorni gli insetti debbano essere valutati come una risorsa e non come un problema da risolvere: sono stati tra i primi colonizzatori delle terre emerse e oggi rappresentano più dell'ottanta per cento delle specie animali del nostro pianeta. In futuro saranno un'essenziale fonte di proteine per l'alimentazione umana. La conoscenza dei loro cicli vitali e dei metodi di allevamento è fondamentale per riuscire a coglierne tutte le potenzialità».

L'AZIENDA L'azienda di Ponzano Veneto è stata fra le protagoniste ieri della decima puntata di A qualcuno piace green, nuovo format di laF, Sky 135, dedicato ai temi ambientali e condotto dal biologo marino Raffaele Di Placido. Nell'appassionata ricerca delle migliori idee e storie ambientaliste del nostro Paese e di persone impegnate ad ogni livello ad assicurare un mondo più pulito e sostenibile, Di Placido si è imbattuto nei due giovani imprenditori agricoli trevigiani, in prima linea con le loro farfalle nella battaglia per salvare il pianeta. «Sono insetti fondamentali per la vita della Terra - spiega Poli - perché sono impollinatori come le api, ma, a differenza delle api, che amano impollinare tanti fiori della zona attorno all'alveare, le farfalle preferiscono cambiare pianta spesso e possono volare anche per centinaia di chilometri, diventando dei formidabili strumenti a garanzia della diversità genetica delle piante e delle conservazione della biodiversità». Le farfalle sono la cartina di tornasole della salute dell'ambiente, perché sono dei bioindicatori, come le lucciole: se ci sono farfalle vuol dire che l'ambiente è sano. La rarità della loro presenza nei contesti urbani e la restrizione dei loro habitat sono inquietanti indicatori del mutamento climatico in corso, che mina alla base il ciclo vitale di questi colorati insetti alterandone l'equilibrio biologico.

GLI ESPERIMENTI Dopo anni di esperimenti, i due insect farmer sono riusciti a mettere a punto con tecniche all'avanguardia, un metodo pressoché infallibile per la riproduzione del ciclo di vita delle farfalle macaone: dall'uovo al bruco, fino alla crisalide e allo sfarfallamento, Smart Bugs è riuscita a ricreare l'ambiente perfetto per far accadere ogni giorno la magia della nascita delle farfalle. Ma non solo. Perché non condividere questa meraviglia con chi intenda dare attivamente il proprio contributo alla salvaguardia del pianeta? Nasce così l'idea del Macakit, il kit che permette a tutti di allevare i bruchi della specie Papilio machaon, che una volta trasformati in farfalle potranno essere liberate per continuare in natura la loro vita, contribuendo a mantenere la biodiversità delle piante. «Il kit - spiega Poli - nutre la consapevolezza e la conoscenza, è un percorso che aiuta soprattutto i bambini a comprendere il valore della tutela dell'ambiente e l'importanza anche di piccoli gesti quotidiani di ognuno di noi per preservare il mondo in cui viviamo». Non casualmente, sono molti gli insegnanti delle scuole primarie della provincia di Treviso che hanno adottato come strumenti di supporto all'attività teorica i kit di Smart Bugs, incluso quello che permette di allevare le larve dei bachi da seta. Un kit di nome Bombyx, che accende un riflettore sul legame profondo fra la campagna veneta e la bachicoltura, attività di primaria importanza per l'economia locale fino al secondo Dopoguerra.

LA DIDATTICA «Dare la possibilità ai bambini - prosegue Poli - di allevare i bachi da seta con facilità e vedere dal vivo come filano i loro bozzoli aiuta anche a prendere confidenza con un passato non così remoto». L'obiettivo è stimolare un cambiamento di mentalità all'insegna del green e dare un contributo concreto alla causa che ha portato in piazza milioni di bambini e ragazzi sotto le insegne di Fridays for Future. «Crediamo che ogni uomo sia il primo custode dell'ambiente in cui vive. Al momento di iniziare questa nuova attività abbiamo deciso che l'attenzione all'ambiente e l'eco-sostenibilità dovevano essere elementi fondanti dell'attività stessa», raccontano i due biologi. Fra le loro attività più recenti, c'è BeeOShield, un progetto sperimentale e di ricerca triennale finanziato dal Piano di Sviluppo Rurale promosso dalla Regione Veneto per studiare l'applicabilità di alcune biomolecole naturali contro i principali parassiti delle api, altri insetti preziosi minacciati dai pesticidi. Antiparassitari e altre sostanze chimiche di cui si fa largo uso, assieme ad antibiotici, in un altro tipo di allevamenti, quelli intensivi dell'industria della carne. E se gli insetti fossero l'alternativa ecologica anche alla sproposita necessità di proteine del mondo occidentale? «Lo sono e sia in Europa che in Asia ci sono diverse esperienze che lo dimostrano, come gli allevamenti di grilli e di larve -spiega Poli -. Le possibilità di sbocco sul mercato sono molte e l'utilizzo di alcuni tipi di insetti anche come nutrimento sarebbe una buona soluzione per abbattere l'impatto degli allevamenti intensivi, però in Italia ci sono ancora moltissimi vincoli normativi che non permettono un facile sviluppo di questo tipo di attività». 

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