«Troppa leggerezza da parte di molti». Il prefetto pronto a fissare regole più severe

Martedì 9 Febbraio 2021 di Alberto Lucchin
Movida nel primo finesettimana in zona gialla

ROVIGO Come nel resto del Paese, anche a Rovigo il weekend è stato un po’ troppo fuori le righe. La gente ha percepito il passaggio dall’arancione al giallo come una sorta di “liberi tutti” e non sono mancate scene di eccessiva aggregazione in prossimità dei luoghi più gettonati della movida cittadina. Anche se, in termini numerici, i controlli sembrano dimostrare che forse la preoccupazione prodotta da certi assembramenti è superiore a quella che è la realtà.
LE SANZIONI
Infatti, su 300 controlli eseguiti dalle forze dell’ordine, sono state solo quattro le sanzioni da venerdì a domenica sera. Su base settimanale, la prima in cui anche il Polesine è tornato in giallo, su mille accertamenti, le multe sono state solo otto. Nonostante tutto, però, i controlli sono destinati ad aumentare e non è detto che possano essere prese decisioni impopolari pur di limitare la diffusione del contagio.
PREFETTO PREOCCUPATO
Il prefetto Maddalena De Luca non nasconde di provare apprensione nel vedere certe scene nei principali locali del centro storico: «Diciamo che c’è stato un entusiasmo un po’ eccessivo, anche se i controlli e il numero di sanzionati rimangono stabili con quanto già visto nelle settimane passate. Tra gli esercizi pubblici, ne è stato multato solo uno perché ha tenuto aperto la serranda oltre l’orario di chiusura imposto dalle normative anti-Covid e all’interno aveva un avventore, anche lui sanzionato. Come a livello nazionale, anche qui da noi si è vista un po’ di leggerezza. Per cui adesso bisognerà intensificare i controlli, che già di per sé sono molto rigorosi. Insieme ai sindaci bisognerà vedere cosa fare: serve una comunicazione più efficace».
COMITATO ORDINE E SICUREZZA
Alla volta di giovedì, salvo imprevisti, si dovrebbe tenere una riunione del Comitato Ordine e Pubblica Sicurezza, durante la quale saranno affrontati questi nodi: «Se ci saranno inasprimenti a livello locale? Se il sindaco del capoluogo - ha aggiunto De Luca - o i suoi colleghi degli altri Comuni della provincia segnaleranno situazioni particolari, che destano preoccupazione, se ne parlerà in Comitato. Vedremo se saranno necessari contingentamenti, eventuali chiusure delle piazze, lasciando accesso solo agli esercizi commerciali. Ascolteremo le segnalazioni dei sindaci». Insomma, se il “buon senso” dovesse continuare a latitare, non è detto che possano essere prese soluzioni drastiche. Un indirizzo che sia il prefetto che il sindaco Gaffeo fino ad ora hanno scelto di non adottare, ma che qualora si rendesse necessario sarebbero costretti a prendere seriamente in considerazione. Gaffeo ha sempre evidenziato che Rovigo non ha gli stessi problemi di Padova, Verona o Treviso, dove il flusso di gente nelle piazze supera anche le 30mila persone al giorno, ma è pur vero che in locali particolarmente frequentati anche tra Adige e Po si vedono spesso gruppi di persone non proprio rispettose delle regole. La preoccupazione maggiore prodotta da questo rilassamento generale, da questo calo di attenzione nel rispetto delle tre regole fondamentali (distanziamento, utilizzo della mascherina e igienizzazione delle mani), è un nuovo aumento di casi alla vigilia della campagna di vaccinazione delle fasce più deboli della popolazione.
LA VACCINAZIONE
Come ricorda il prefetto De Luca, «a metà mese comincerà la profilassi degli ultraottantenni» e l’intenzione è quella di procedere spediti per iniziare a immunizzare anche i lavoratori delle categorie essenziali. Un nuovo aumento della pressione sugli ospedali potrebbe rallentare ulteriormente una campagna partita già in ritardo di almeno due settimane a causa dei ritardi nell’approvvigionamento dei vaccini. E questo, “costi quel che costi”, non ce lo possiamo permettere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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