Urbanistica in tilt, tempi lunghissimi per qualsiasi pratica edilizia privata

Giovedì 2 Marzo 2023 di Elisa Barion
La sede dell'Urbanistica del Comune in via Badaloni

ROVIGO - «Oggi qualsiasi pratica, a parte una semplice Cila che non modifichi le murature portanti, è diventata difficile: è difficile conformare, difficile trovare le pratiche, si sono prodotte delle situazioni insanabili. È un disastro». Sono parole lapidarie quelle pronunciate da un affermato professionista rodigino, che preferisce restare anonimo, sulla situazione in cui versa il settore dell’edilizia privata afferente l’Urbanistica del Comune.

Geometri, architetti e ingegneri quotidianamente si trovano a fare i conti con una sorta di stallo burocratico entro il quale numerose procedure finiscono per stagnare. Non a caso, infatti, nel consiglio comunale di mercoledì, il consigliere del Pd Graziano Azzalin ha presentato un’interrogazione alla giunta di Palazzo Nodari proprio sul nodo dell’edilizia privata del capoluogo: di fatto una richiesta di dati, derivante, secondo le parole dello stesso consigliere, dalle «problematiche e le lamentele» di tecnici e professionisti esterni che nel corso degli ultimi anni, «sono aumentate, molto aumentate».

GROVIGLI BUROCRATICI
Parole confermate dal professionista che delinea una situazione estremamente complicata anche a causa delle norme che regolano il settore come «il 9 bis del Dpr 380/2001 che predispone una dichiarazione di doppia conformità che blocca tutto. Per questo servirebbe una norma che imponga una regolarizzazione. Se a questo si aggiunge il fatto che è decaduta la legge regionale 19/2021 che imponeva delle semplificazioni» ecco che il quadro si fa ancora più complicato: «Servirebbe che almeno a livello regionale si trovasse una soluzione». Sì perché, attualmente, «è tutto difficile. E siamo a Rovigo. Immagino come possano cavarsela nelle città più grandi come Milano».
Entrando nel merito, «la sostanza è questa - prosegue il professionista - in passato i tecnici presentavano un progetto, anche di pochissime quote, costruivano e in corso d’opera, presentavano delle varianti, poi accatastavano il costruito andando, quindi, in difformità. Ma il Catasto, oggi, non conta perché non è probatorio e questo ora è un problema. Ora facciamo disegni lunghi un chilometro per sanare una finestra o una porta perché la doppia conformità è una norma che complica. E questa è diventata una cosa difficile da superare per i tecnici esterni, ma anche per i tecnici comunali che hanno a che fare con montagne di pratiche: se oggi telefono agli uffici comunali per un appuntamento, mi viene dato tra almeno 20 giorni o un mese, se va bene. Non so se sotto questo punto di vista si possa essere più elastici, ma di certo ho dei colleghi che non vogliono più lavorare a Rovigo e preferiscono lavorare fuori, in altri Comuni, dove i tempi delle pratiche sono più rapidi».

L’INTERROGAZIONE
Le criticità ci sono e secondo il consigliere Azzalin, si può partire da un quadro della situazione, basato su numeri e dati, per risolverle. L’interrogazione, pertanto, punta a ottenere delle informazioni precise e circostanziate su permessi di costruire, Scia e segnalazione certificata di inizio attività e infine, le Cila a esclusione di quelle per il Superbonus 110%: quante pratiche sono state presentate, per ogni tipologia, nel 2022, quante richieste non hanno richiesto integrazioni, quanto tempo medio trascorre tra la presentazione della domanda e la conclusione dell’istruttoria da parte del responsabile del procedimento, quanto tempo medio trascorre tra l’invio dell’integrazione e la conclusione dell’istruttoria e quanto tempo medio trascorre tra la conclusione dell’istruttoria da parte del responsabile del procedimento e l’adozione del provvedimento finale da parte del dirigente delle richieste sono alcune delle domande inserite nell’interrogazione perché «occorre partire dai dati per vedere dove esistono i problemi e, quindi, risolverli - aggiunge Azzalin - dato che si tratta di un settore nevralgico per la città».
Il consigliere, infine, punta il dito contro un altro effetto delle lungaggini. «Nel bilancio 2022 abbiamo incamerato 772mila di oneri. Quest’anno a bilancio ce ne sono 500mila, ben 272mila euro in meno, ovvero il 35% di minori entrate in previsione sugli oneri che andrebbero a beneficio per tutta la città».

Ultimo aggiornamento: 07:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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