Emergenza energetica, dal Polesine Confindustria lancia l'appello: «Puntare su nucleare ed estrazioni del gas»

Martedì 22 Febbraio 2022 di Federica Broglio
Emergenza energetica, dal Polesine Confindustria lancia l'appello: «Puntare su nucleare ed estrazioni del gas»

ROVIGO - A gennaio la produzione industriale ha registrato un segno negativo dell'1,3% e le prospettive non sono per niente rosee. «Dopo la pandemia, ora si pagano le conseguenze anche del caro energia e della difficoltà di reperire le materie prime. Se non ci si attiva ai vari tavoli istituzionali e politici, oltre che imprenditoriali, al più presto per una politica energetica di ampio respiro molte aziende rischiano di chiudere». Così Paolo Armenio, vicepresidente di Confindustria Venezia-Rovigo, appoggia in pieno il ragionamento del Governatore della Regione Veneto Luca Zaia su un nuovo piano nazionale che possa contemplare oltre alle estrazioni di gas metano, anche il nucleare.


LE SOLUZIONI

«Ci sono diverse soluzioni per trovare altre fonti di approvvigionamento energetico. Nel breve periodo bisognerebbe puntare sulle rinnovabili, impianti fotovoltaici e eolici, ma il problema è che ci si scontra con le amministrazioni locali che non rilasciano le autorizzazioni. E si finisce con i tempi lunghi della giustizia amministrativa, tra ricorsi e sentenze. Allora in questo senso deve intervenire il Governo, con un piano ed una individuazione delle aree, senza delegare le decisioni alle periferie». La seconda ipotesi è quella delle estrazioni di gas. «Certo il Polesine ha pagato un prezzo altissimo su questo fronte ammette Armenio ma oggi possiamo contare su tecnologie d'avanguardia che prevedono lo riempimento delle sacche che non causerebbero danni all'ambiente».


PRO TRIVELLE

Quindi, per Confindustria, non ci sono per il momento veti sulla possibilità di avviare trivellazioni in alto Adriatico con nuovi pozzi, «a patto che si possano fare verifiche e controlli.

Ritengo che ormai, allo stato attutale delle cose, non si possa continuare con la politica del no per ideologia o per accaparrarsi voti in campagna elettorale. E' vero, arriveranno nuovi ristori per far fronte alle bollette, ma è un sollievo minimo. È il momento di guardare oltre l'emergenza. Per questo ritengo che le dichiarazioni del presidente Zaia sul nucleare siano coraggiose, perché impopolari, ma di prospettiva».


Il vicepresidente Paolo Armenio guarda agli esempi fuori confine italiano, «dove già esistono centrali nucleari che, se mal funzionanti, comunque, invaderebbero di scorie proprio il nostro territorio. Tanto vale pensarci ad un'autonomia energetica nazionale». Osserva infatti con attenzione il caso di Cadarache, in una delle zone turistiche più belle della Francia, dove si sta realizzando, con la partecipazione dell'Ue e di Cina, Giappone, India, Corea del Sud, Russia, Usa e Svizzera, il primo impianto al mondo di produzione energetica basata sulla fusione termonucleare.


IL NUCLEARE

Una centrale che utilizza un processo pulito che non genera scorie e di cui 1,2 miliardi di euro arrivano proprio dalla tecnologia di imprese italiane. «Purtroppo noi su questi temi facciamo dei referendum, ma sono questioni su cui è necessario che la politica italiana e europea prenda delle decisioni». Non dice Armenio che candida il Polesine a terra del nucleare ovviamente, «ma è evidente che non si può pensare di dire sì purché si faccia a casa del vicino, perché se si continua di questo passo in ginocchio saranno imprese e intere famiglie. Non possiamo evitare il problema o ricercare formule, agevolazioni, ristori per pagare le bollette perché non è più un problema contingente, ma strutturale. Dobbiamo ragionare di nucleare pulito e di dare impulso alle fonti rinnovabili complementari alla centrale, perché oggi la vera emergenza è la produzione di energia, non il suo costo».

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