Carraro (Confindustria) a Zaia: «Il nucleare? E' complicato, meglio il gas»

Venerdì 18 Febbraio 2022 di Maurizio Crema
Enrico Carraro

VENEZIA - Nucleare? Per gli industriali meglio puntare decisi sulle nuove estrazioni di gas ed evitare polemiche. Contro i pesantissimi rincari dell'energia per famiglie e imprese (che si stanno attrezzando potenziando i turni notturni e nei festivi) il presidente del Veneto Luca Zaia è stato netto: «Il problema non lo risolvi con le trivellazioni, la scelta di campo è il nucleare».

Un'idea che non convince Confindustria e viene bocciata dall'opposizione in consiglio regionale.


«Il nucleare nel lungo periodo potrà essere anche un'opportunità, ma oggi potrebbe distrarre l'attenzione e accendere lunghe discussioni e polemiche - avverte Enrico Carraro, presidente di Confindustria Veneto - teniamo la barra sul gas puntando a riaprire i pozzi chiusi da anni anche in Adriatico per arrivare al 2030 con le rinnovabili in piena efficienza». Carraro non si fa illusioni: «Non ci aspettiamo grandi cali di costi nel 2022, la situazione non tornerà come prima del Covid». Nella corsa decisa al rialzo dei costi della componente energetica «c'è una componente contingente e una strutturale: la prima è data da crisi geopolitiche, che sicuramente, una volta risolte, avranno un'evidenza positiva anche sui prezzi dell'energia. Ma poi ci sono componenti strutturali che invece rimangono: siamo un Paese ricco di gas e ci siamo presi il lusso di chiudere i nostri pozzi e andare a comprare la materia prima dalla Russia. Neanche dalla Francia o da Paesi che hanno una stabilità politica, siamo invece andati a comprare il gas dai Paesi più complicati e questo è il risultato». Per contrastare una situazione «tragica» con «aumenti incredibili a tre cifre» che stanno «mettendo in grandissima difficoltà le nostre aziende. Si sta cercando di andare a produrre - e qui parliamo soprattutto di aziende energivore - in orari non di picco quindi serali o nelle ore diurne in cui i prezzi sono più economici. Naturalmente per chi può, perché altri non possono», sottolinea Carraro, che ci tiene anche a evidenziare come questa fiammata dei prezzi energetici - che ha portato ieri alle proteste in piazza anche di agricoltori ed allevatori - sia arrivata proprio «in un momento che era particolarmente positivo perché avevamo appena lasciato gli anni più bui della pandemia e la ripresa l'anno scorso era stata importante. Gli ordini per fortuna soprattutto dall'estero tengono, però è chiaro che i conti economici e la marginalità dell'azienda si stanno erodendo», conclude Carraro.


Il portavoce dell'opposizione in consiglio regionale Arturo Lorenzoni critica la posizione di Zaia, ma anche le richieste degli industriali: «Mi ha stupito l'uscita del presidente Zaia sul nucleare. La produzione nazionale di gas e il nucleare non sono la risposta agli alti prezzi dell'energia. L'unica risposta reale all'impennata dei prezzi, o meglio alla loro volatilità che impedisce la programmazione - nel 2020 abbiamo avuto il minimo storico del prezzo del gas - è l'affrancamento dalla dipendenza dei combustibili fossili con più rinnovabili e maggiore efficienza. Ora, non tra decenni». Duro Andrea Zanoni (Pd): «Tempi, costi e sicurezza: il nucleare non è la soluzione. Zaia favorevole? Dica dove realizzerebbe una centrale in Veneto». Per la consigliera regionale di Europa Verde, Cristina Guarda «le bollette degli italiani non sono cresciute per il No al nucleare espresso dai cittadini mediante due referendum. In Francia l'industria nucleare è fortemente indebitata e necessita di ingenti sussidi pubblici». La Cgil boccia sia il nucleare che l'aumento dell'estrazione di gas: «Il pentimento del presidente Zaia su nucleare e trivellazioni in Adriatico è sbagliato e velleitario. Servono soluzioni immediate alla crisi energetica, sia attraverso maggiori sostegni economici sia risolvendo le tensioni geopolitiche. Nuove centrali sarebbero operative tra vent'anni e più estrazioni non coprirebbero nemmeno il 10% del nostro fabbisogno».


SUOLO SPROFONDATO

Nel Delta del Po missione dei senatori della commissione agricoltura per verificare sul campo i problemi causati dalle estrazioni di gas metano. Il territorio si è abbassato anche di 3,5 metri e il senatore Giampaolo Vallardi ha lanciato l'allarme: «La ripresa delle estrazioni di metano in Adriatico, e quelle che avvengono da tempo nella vicina Croazia, sono un problema per tutti, per il Polesine, per il Veneto, per l'Italia ma anche per l'Europa. Non scordiamoci che abbiamo vicino Venezia, che ha già grandi problemi con le maree. Per quel poco metano che teoricamente si potrà estrarre da questo sottosuolo di terra e di mare lo pagheremo tre o quattro volte di più in futuro rispetto al beneficio avuto».

 

Ultimo aggiornamento: 16:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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