Febbraio senza pioggia, siccità più grave dello scorso anno: si rischiano danni per 300 milioni

Lunedì 6 Marzo 2023 di Francesco Campi
Un campo di grano rovinato dalla siccità l'anno scorso

ROVIGO - Anche a febbraio la pioggia è stata quasi del tutto assente. Giusto qualche goccia. In Polesine proprio il 28 febbraio, ma si tratta di gocce nel mare della siccità. Con le associazioni del comparto agricolo che già lanciano allarmi preoccupati. «Se rimarrà questa situazione - sottolinea la Cia di Rovigo - in Polesine gli appezzamenti agricoli disporranno di acqua solo fino a metà maggio: rischiamo danni per 300 milioni di euro, come, se non di più, del 2022».
In tutta la regione la media delle precipitazioni a febbraio è stata di appena 3 millimetri. Nel febbraio 2022, nell’anno della grande siccità, erano state quasi dieci volte tanto, 29 millimetri. Invece nel mese appena trascorso, nota l’Arpav nell’ultimo bollettino sulla risorsa idrica, «gli apporti meteorici mensili sul territorio regionale sono pressoché nulli». La media storica delle precipitazioni fra 1994 e 2022 è 60 millimetri, quindi quest’anno è stata il 96% in meno. Mai così bassa. Il record finora era stato nel 1997 con 4 millimetri. «L’assenza di precipitazioni degne di nota dal 25 gennaio - rimarca l’Arpav - ha interrotto quei deboli o localmente significativi processi di ricarica iniziati con dicembre. La situazione di scarsità della risorsa idrica è diffusa su tutta l’alta pianura, in netto peggioramento nell’ultimo mese, con livelli inferiori o simili ai minimi assoluti registrati a febbraio negli ultimi 20 anni e con un trend in ulteriore peggioramento».
Questo lo si vede chiaramente dai segni allarmanti nei campi. «Il grano del Polesine, seminato a fine ottobre - evidenzia la Cia - è già in difficoltà.

A memoria d’uomo, non era mai capitato in questo periodo. Le pioggerelline degli scorsi giorni non sono servite a ricaricare le falde il cui livello, stando all’ultimo bollettino della risorsa idrica dell’Arpav, è già “significativamente più basso” rispetto al medesimo periodo del 2022, né ad aumentare le portate dei fiumi Adige e Po».

IL CONFRONTO
Secondo uno specifico rapporto della Cia Rovigo, se dovesse perdurare questa scarsità idrica, gli agricoltori disporrebbero di acqua per le irrigazioni soltanto fino a metà maggio. «Questo trend negativo – sottolinea il presidente Erri Faccini - sta mettendo in crisi gli appezzamenti agricoli, già adesso aridi, nei quali fra 30 giorni verrà seminato il mais, oltre all’ortofrutta. Ormai non siamo più tenuti a ragionare in termini di emergenza siccità, piuttosto di cronicità. La scorsa annata agraria la provincia ha subito 200 milioni di euro di danni a causa della perdurante siccità. Quest’anno il primario rischia di subire gli stessi danni, se non addirittura maggiori. Abbiamo poco più di due mesi di tempo, dopodiché potremmo andare incontro a un razionamento di acqua per l’utilizzo agricolo. Una fattispecie mai capitata a metà maggio nella nostra regione. Siamo chiamati a fare squadra con le istituzioni per salvare una stagione che si preannuncia già molto complicata».
Fra le soluzioni immediate, dalla Cia arriva un appello ai Consorzi di bonifica per «una regolare manutenzione dei canali, per non sprecare una goccia di risorsa idrica per fini agricoli. E la previsione di paratoie nei canali, pure in quelli minori, per trattenere quanta più acqua possibile quando piove. Nel medio-lungo periodo, le autorità competenti sono tenute a realizzare invasi in grado di raccogliere acqua piovana per poi rilasciarla all’occorrenza».

Ultimo aggiornamento: 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci