Il destino di capitan Facu Ferrario, da uomo di ferro a leader del Rovigo

L'argentino è l'unico sempre in campo del Rovigo. Col ko di Teo è diventato la "guida" del team: «Un orgoglio gigante esserlo di una squadra con tanta storia»

Mercoledì 11 Gennaio 2023 di Ivan Malfatto
Facundo Ferrario leader del Rovigo Rugby

ROVIGO - Facundo Diederich Ferrario, 24 anni, argentino, padre di orgine italiana e madre di origine tedesca, è l'uomo di ferro della FemiCz Rovigo. La scorsa stagione ha giocato 20 partite di campionato su 21. In questa è l'unico rossoblù a quota 12 (comprese le due di Coppa Italia) per un totale di 938' su 960'. È uscito dal campo 22' solo contro il Cus Torino.
«E non avrei voluto uscire neanche quelli - confessa Facu, come lo chiamano i compagni -. Sono uno che vuole giocare sempre. Anche se sono stanco, perché mi stanco di più a stare fuori». Una longevità invidiabile. «Mi prendo cura del corpo e ringraziare Dio per non avere mai subito finora gravi infortuni».
Da uomo di ferro Facu si è trasformato anche in leader. Nonostante sia a Rovigo solo da un anno e mezzo è lui il capitano ora che Matteo Ferro è ko. «Ale Lodi a inizio stagione mi ha inserito nel gruppo dei leader squadra - racconta Ferrario - Poi mi hanno fatto capire che ogni volta che mancava Teuccio sarebbe toccato a me sostituirlo.

La prima volta contro il Cus Torino».

LA RESPONSABILITÀ
Diederich Ferrario è un leader nato. Basta vedere come in campo tratta con gli arbitri. O come va a toccare, rincuorare, scuotere, trascinare i compagni. Con le parole e il contatto fisico, oltre che con le scelte di gioco e l'esempio. Il tutto con la consapevolezza di cosa significa essere capitano a Rovigo. «Per me è orgoglio gigante essere il leader di una squadra con tanta storia, accanto a compagni importanti come Lubian o Bacchetti che giocano ancora. Ho già fatto il capitano nelle giovanili del mio club argentino, il Jockey Rosario, e poi nella selezione provinciale. Qui è più impegnativo, ma la responsabilità mi piace».

POLIVALENTE
La terza qualità di Ferrario è la polivalenza. Dovunque lo metti gioca, e bene. «Centro, estremo, in emergenza apertura e mediano di mischia - afferma - A Rovigo ho ricoperto finora tutti i ruoli dei trequarti, tranne l'ala». Con l'infortunio di Luca Borin, l'arrivo di Ratuva Tavuyara e il cambio di ruolo di Abner Van Reenen ora lo vedremo sempre estremo. «È un ruolo dove mi piace giocare. Ai centri Abner ha qualità da doppio play-maker che io non possiedo per fare il tipo di gioco cher ora vuole fare il Rovigo. Tuva, invece, è una che dal niente crea una line-break, una situazione di vantaggio. L'abbiamo visto contro Viadana. Ha propiziato con un break la prima meta e ha segnato la seconda con un'acrobazia che solo lui poteva fare. Schiacciando in bandierina la palla solo con il dito mignolo...».

LA QUARTA META
Contro il Viadana capitan Facu ha segnato la quarta meta personale, diventando il metaman della squadra. Cosa lascia in eredita quella vittoria sofferta? «Un primo tempo pazzesco con 4 mete, forse il migliore della stagione - dice - Lo sbaglio di voler chiudere la gara troppo presto, con giocate individuali, invece di continuare a combattere insieme fino in fondo. L'unità trovata in spogliatoio dopo il cartellino rosso. Ci siamo detti: sul 29-7 possiamo perderla solo noi, e siamo riusciti a portala a casa».
Lezioni che saranno utili domenica a Piacenza contro i Lyons. Su un campo dove la FemiCz perde da due stagioni in Peroni Top 10. Ma dove Ferrario, dopo l'uomo di ferro, il leader, il polivalente e il metaman, potrebbe scoprirsi anche il portafortuna rossoblù. «Due anni fa non ero a Rovigo. L'anno scorso ho saltato l'unica gara proprio a Piacenza. Quest'anno in Coppa Italia c'ero e abbiamo vinto. Domenica spero di contribuire a sfatare la tradizione negativa».

Ultimo aggiornamento: 15:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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