Rivigo. Il Tar boccia tutte le contestazioni del Comune: l’Iras aveva ragione

Crolla il castello di contestazioni: il Tar respinge tutti i ricorsi, bocciandoli punto per punto

Martedì 23 Gennaio 2024 di Francesco Campi
L'iras di Rovigo

ROVIGO - Mentre la città si interroga sul caso piscine, improvvisamente riemerge il caso Iras, con effetti deflagranti, perché ieri è stata pubblicata la sentenza del Tar che ha bocciato punto per punto tutte le contestazioni che erano state mosse dal Comune con quattro ricorsi, uno principale e tre per motivi aggiunti, dichiarati in parte inammissibili e per il resto rigettati. Viene così bocciata, di fatto, tutta la gestione della complessa partita su Casa Serena nell’ultimo anno, che è stata esclusivamente nelle mani del sindaco Edoardo Gaffeo e del segretario generale Alessandro Ballarin.

Tutto questo mentre, ieri mattina, prima che si sapesse della sentenza, i rappresentanti di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl si erano incontrati con il commissario straordinario dell’Iras Tiziana Stella che aveva loro preannunciato che, quale che fosse l’esito al Tar, l’Iras sarebbe andato avanti con la gara per l’affidamento a un privato della gestione dei servizi per 15 anni facendosi versare anticipatamente un canone di 5 milioni, schema già avallato da Kpmg e dalla Regione, che attende il placet delle banche prima dell’avvio del bando, forse già il mese prossimo, con l’inizio della gestione in project financing da settembre. L’Iras resterà con un solo dipendente, gli altri transiteranno tutti nelle mani del privato. Aspetto questo che come sottolineato dai sindacati, preoccupa non poco i circa 180 lavoratori.

STRADA PERDUTA

Eppure l’Iras poteva restare pubblico. Perché le obiezioni poste dal Comune alla trattativa per una risoluzione consensuale della convenzione di Casa Serena che avrebbe scongiurato tutto questo ed evitato l’abbandono dello stabile di via Bramante, si sono sciolte come neve al sole davanti alla Sezione terza del Tar del Veneto che ha detto che è stato il sindaco stesso a riconoscere il debito di 3,2 milioni nei confronti dell’Iras.
«Risulta sufficiente osservare - scrivono i giudici - che il Comune di Rovigo, nel corso delle varie interlocuzioni, ha reiteratamente manifestato la disponibilità all’esborso di 3,2 milioni per la voce “credito di Iras per ammortamento investimenti”».

In particolare si cita il verbale della riunione in Prefettura del 28 ottobre 2022, dal quale «risulta che il Comune di Rovigo “conferma l’impegno dell’amministrazione comunale, nel contesto della risoluzione della vigente convenzione con Iras, a riacquisire Casa Serena per dar luogo al piano di rilancio e a corrispondere ad Iras l’importo di 3,2 milioni a titolo di ammortamento degli investimenti compiuti”. Si tratta, a ben vedere, di atto ricognitivo di debito connesso agli investimenti compiuti da Iras. L’espressione usata, inoltre, presenta gli elementi di fattispecie propri anche della promessa di pagamento concretandosi in un impegno assunto unilateralmente a corrispondere all’Iras la somma di 3,2 milioni».
Tuttavia, proprio il fatto che nel decreto del 27 dicembre del 2022 del commissario Stella si parlasse di un debito è stato il motivo che aveva portato all’impugnazione del Comune, così come della conseguente delibera della giunta regionale sul prestito-ponte all’Iras.

LA CONVENZIONE

Altro punto cardine del contenzioso era che il Comune contestava la possibilità dell’Iras di recedere unilateralmente dalla convenzione di Casa Serena. Anche qui i giudici amministrativi hanno dato torto al Comune: «La tesi sostenuta non è condivisibile: il presupposto della stessa, ossia la impossibilità di sciogliere unilateralmente i contratti a termine, non è, infatti, sostenibile. Non si rinviene alcun addentellato normativo al riguardo».
Anche la contestazione sul fatto che la convenzione di Casa Serena non fosse un comodato i giudici abbattono le obiezioni di Palazzo Nodari: è nella stessa convenzione che si parla di comodato e non c’è alcuna incompatibilità tra comodato e accordi fra pubbliche amministrazioni, con un potere di revoca in capo al contraente pubblico. Fra l’altro, scrivono ancora i giudici, è nello stesso decreto di nomina del commissario Stella, la delibera di giunta regionale del 18 ottobre 2022, uno dei pochi atti non impugnati dal Comune, che si dà questo mandato perché «si evince come l’unica via per ristabilire l’equilibrio di bilancio dell’Iras sia rappresentata dalla restituzione di Casa Serena al Comune».

Nessuna delle innumerevoli questioni sollevate dal Comune, come sulle modifiche apportate all’accordo di programma che doveva dare nuova vita a Casa Serena e far transitare i 3,2 milioni all’Iras, sul piano di risanamento dell’istituto, sulla mancata consegna di Casa Serena, sugli obblighi di custodia, è stata accolta. Anzi, il Tar ha censurato anche l’eccessiva lunghezza di due dei ricorsi, che superando i 70mila caratteri, come prevede la normativa, non sono stati presi in considerazione nelle parti eccedenti. Insomma, una sconfitta su tutta la linea. Corredata dalla condanna a rifondere a Iras e a Regione 6mila euro di spese legali. Senza contare che, ora, presumibilmente, si aprirà un arbitrato nel quale l’Iras rivendicherà ben più dei 3,2 milioni.

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