ROVIGO - Un solo voto ha deciso il congresso di Fratelli d'Italia. Un vero duello senza esclusione di colpi, anche se tutto, come impone la disciplina di partito, è rimasto in famiglia. E la famiglia di Fratelli d'Italia ieri ha dato vita a un'imponente celebrazione congressuale nella sala Bisaglia del Censer, che ha visto presentarsi alle urne interne ben 1.159 iscritti e che dopo un lungo spoglio voto su voto, seguito dai presenti in platea con vibrante trepidazione, ha avuto un epilogo sorprendente: alla fine, infatti, i due candidati, il segretario uscente Alberto Patergnani e il sindaco di Porto Viro Valeria Mantovan hanno chiuso con lo stesso esatto numero di preferenze.
LA CRESCITA
Numeri importanti. Soprattutto se si considera che nel 2022 gli iscritti di FdI non arrivavano a 300. Ieri gli elettori sono stati quattro volte tanti. Una prova di forza e di radicamento davvero impressionante. Per avere un termine di paragone, nell'ultimo congresso del Pd dello scorso febbraio, gli iscritti che hanno partecipato alle convenzioni sono stati 721. E anche in tempi migliori per i dem, nel 2019, le primarie vinte da Nicola Zingaretti in tutta la provincia si erano recati alle "urne interne" 1.182 iscritti. Oltre a una consuetudine consolidata nel tempo, il Pd utilizza anche modalità di voto diverse, con seggi in tutti i circoli del territorio. In questo caso, invece, da tutto il Polesine gli iscritti si sono dovuti recare a Rovigo. In qualche caso anche con apposite corriere. Uno sforzo non di poco conto, che inevitabilmente ha fatto perdere per strada qualche votante convinto.
LA GIORNATA
La giornata di congresso è stata tutta concentrata nella giornata di ieri al Censer, dopo le lunghe settimane di incontri su tutta la provincia. I lavori si sono aperti alle 9 con i primi interventi e con i saluti dei rappresentanti di altri partiti, a cominciare dai "cugini" di Forza Italia, con il commissario provinciale Piergiorgio Cortelazzo e il candidato segretario in pectore Andrea Bimbatti. Presente anche il segretario del Pd Angelo Zanellato. Il dibattito ha visto succedersi vari interventi, ma i numeri in platea non hanno reso giustizia a quelli del voto pomeridiano, andato avanti fino alle 20. A presiedere l'assemblea il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro delle Vedove, che ha poi gestito anche tutto il lungo scrutinio finale, con piglio da presidente di seggio navigato chiamato a dirimere un nodo di non poco conto. Uno scrutinio al tavolone dei relatori, mentre i presenti seguivano annotando i voti. A metà scrutinio Mantovan era in testa di una ventina di voti, poi Patergnani è passato in testa, con l'equilibrio fino all'ultima scheda.
Oltre al segretario, si votava anche per 9 dei 14 componenti del direttivo provinciale, con la nomina degli altri 5 che va al segretario eletto. I candidati erano Virginia Taschini, Sofia Tasinato, Fabio Benetti, Renato Campanile, Mattia Moretto, Sandra Passadore, Pierleopoldo Visentin, Mattia Mantovani, Elena Gagliardo, Daniele Cordone, Elena Perini e Christian Lazzarini. Le operazioni di spoglio sono andate avanti fino a notte inoltrata.
GLI SCENARI
Oltre agli inevitabili riflessi interni, questo voto è decisivo anche in vista delle prossime Amministrative, perché FdI, in quanto primo partito del centrodestra, avrà il ruolo di "mazziere". In Polesine andranno al voto ben 32 Comuni fra i quali Lendinara, Occhiobello, Castelmassa, Loreo, ma soprattutto Rovigo. E proprio su Rovigo si concentrano le maggiori attenzioni. Anche perché i due schieramenti avevano ognuno un'ipotesi di candidato a sindaco di Rovigo: per Patergnani l'ex sottosegretario Luca Bellotti, per Mantovan la sindacalista e preside Valeria Cittadin. Ora si vedrà come si declinerà il risultato di ieri sera.