Infortuni mortali, Polesine maglia nera nel Veneto in rapporto agli occupati

Sabato 9 Luglio 2022 di Francesco Campi
Un tragico incidente in un cantiere

ROVIGO - Tre i lavoratori deceduti da gennaio a maggio. Un numero che, rapportato alla platea degli occupati in provincia di Rovigo, vede il Polesine primo per incidenza di morti sul lavoro a livello regionale ed all’ottavo posto a livello nazionale, con un valore triplo rispetto alla media italiana. Un dato purtroppo che si mantiene pressoché costante nel tempo e che non può non preoccupare. L’ultima tragedia è stata quella del 28 maggio scorso, a Porto Viro, dove un operaio pugliesedi 42 anni, Giuseppe Fatalino, che stava montando un’insegna su capannone lungo la Romea, è caduto dalla cesta di un’autogrù. Senza contare che il giorno prima, il 27, in un incidente sull’Asolana, in provincia di Parma, si è spento un autista polesano, Thomas Casarolli, di Fratta Polesine, che aveva solo 31 anni, alla guida di un camion dell’azienda di famiglia.

CLASSIFICA DEL DOLORE

Con tre infortuni mortali da gennaio a maggio, come emerge dai dati dell’Osservatorio sul lavoro di Vega Engineering di Mestre su dati ufficiali Inail, che tengono in considerazione solo gli infortuni mortali accaduti in occasione di lavoro, con esclusione quindi di quelli in itinere, su una platea complessiva di 92.881 occupati, il Polesine ha un indice di 32,3 morti per milione, quasi tre volte la media italiana di 11,9. In questa classifica del dolore, al primo posto c’è Alessandria con ben 9 decessi ed un’incidenza pari a 52,5 per milione di occupati, seguita da Frosinone, Foggia, Aosta, Ascoli Piceno, Ravenna, Arezzo. Poi Rovigo, la prima provincia veneta. Belluno, con due decessi nei primi 5 mesi dell’anno ed un’incidenza di 23,3 è in 12. posizione, mentre Verona, che pure è prima in Veneto ed ottava in Italiaper il numero di decessi in valore assoluto, 8, ha un’incidenza di 19,8 ed è al 20. posto nazionale.
Nei primi cinque mesi dell’anno sono 364 le vittime sul lavoro registrate nel nostro Paese. Di queste, 268 sono quelle rilevate in occasione di lavoro, in diminuzione rispetto a maggio 2021 (–26%), mentre sono 96 quelle decedute a causa di incidente in itinere, +33% rispetto al 2021: «Un incremento – si sottolinea nel report dell’Osservatorio Vega - probabilmente dovuto alla ripresa degli spostamenti per recarsi da casa al proprio incaricorispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando il Covid limitava ancora attività e movimenti». Il numero complessivo sembra in calo, ma Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio di Mestre, rimarca: «Il decremento della mortalità rispetto al 2021 sembrerebbe un dato importante, -16%, ma tale variazione è fortemente “contaminata” dalla quasi totale assenza dei decessi per Covid nel 2022 rispetto al 2021: lo scorso anno infatti, nel primo quadrimestre, gli infortuni mortali per Covid erano 210 su 306. Quest’anno sono solo 6 su 261. Ciò significa che gli infortuni mortali “non Covid” sono passati dai 96 del 2021 ai 255 del 2022, con un drammatico incremento del 166%».

I SETTORI PIÙ COLPITI

Anche nei primi cinque mesi del 2022 il settore trasporti e magazzinaggio fa registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro, 40, seguito dalle costruzioni, 38, e dalle attività manifatturiere, 2. A guidare la classifica del maggior numero di vittime in occasione di lavoro è ancora la regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia, cioè la Lombardia, 47». Il Veneto è secondo con 28, seguito da Emilia Romagna con 26, Lazio e Piemonte con 23, Toscana con 21, Puglia con 17, Campania con 16, Sicilia con 15, Trentino Alto Adige con 13, Marche e Calabria con 8, Abruzzo con 6, Sardegna con 5 e Umbria con 4. La Liguria ha avuto lo stesso numero di morti sul lavoro della provincia di Rovigo, 3.
 

Ultimo aggiornamento: 16:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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