Morti sul lavoro, Polesine nono in Italia nel primo quadrimestre. E a maggio un'altra tragedia

Martedì 14 Giugno 2022 di Francesco Campi
Un intervento per un infortunio sul lavoro

ROVIGO - Il Polesine continua a rimanere ai vertici nazionali per l’incidenza di morti sul lavoro in rapporto alla popolazione occupata anche nel primo quadrimestre dell’anno, attestandosi al 9. posto fra le province italiane. Con due infortuni mortali da gennaio ad aprile su una platea di 92.881 lavoratori, ha infatti un indice di incidenza pari a 21,5 per milione. Purtroppo in Veneto c’è chi ha fatto peggio perché Belluno, che pure ha visto spegnersi due addetti, avendo un minor numero di occupati, ha un incidenza più alta, 23,3 per milione, ed occupa l’ottava posizione di questa dolorosa classifica.
I numeri, elaborati dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering su dati Inail, che tengono in considerazione solo gli infortuni mortali accaduti in occasione di lavoro, con esclusione quindi di quelli in itinere, si fermano ad aprile. Ma in Polesine, lo scorso 28 maggio, a Porto Viro, si è verificata un’altra tragedia, costata la vita ad un lavoratore di 42 anni, Giuseppe Fatalino, pugliese, che stava montando un’insegna su un capannone lungo la “Romea”. Senza contare che il giorno prima, il 27 maggio, in un incidente sull’Asolana, in provincia di Parma, si era spento un lavoratore polesano, Thomas Casarolli, di Fratta, di soli 31 anni, alla guida di uno dei camion dellazienda di famiglia. 

INCONTRO IN PREFETTURA

È anche alla luce di questi ultimi lutti che i segretari generali territoriali di Cgil Cisl e Uil, Pieralberto Colombo, Samuel Scavazzin e Fabio Osti, hanno chiesto un incontro al Prefetto Clemente Di Nuzzo proprio per affrontare il tema della salute e della sicurezza sul lavoro. Il vertice si è tenuto mercoledì scorso. I tre esponenti sindacali, si spiega in una nota da Palazzo Salvadego Sgarzi, «hanno posto all’attenzione del Prefetto le possibili cause dell’incremento degli incidenti sul lavoro registrato negli ultimi mesi e hanno manifestato il proprio punto di vista rispetto all’adozione di interventi che possano attenuare il drammatico fenomeno». Il prefetto, da parte sua, ha confermato la volontà di continuare nel percorso di confronto, che era stato già avviato lo scorso settembre con l’attivazione di un “Tavolo sulla legalità e la sicurezza sul lavoro”, dove, tra l’altro, è stata elaborata la bozza di un protocollo di intesa che sarà a breve sottoscritto.

PIÙ CONTROLLI

Di Nuzzo ha poi rimarcato «l’opportunità di un potenziamento dei controlli presso le aziende all’interno delle quali sono presenti macchinari complessi e a elevato fattore di rischio, nonché l’esigenza di incrementare la formazione dei lavoratori sulle fonti di rischio nei diversi settori. In questa direzione, si potrà proficuamente lavorare anche con le associazioni datoriali in tema di formazione e addestramento, soprattutto in questa fase in cui l’aumento dell’incidentalità sta andando in parallelo con l’incremento dei ritmi produttivi. Occorrerà al contempo rafforzare le verifiche sulla regolarità dei contratti e dei connessi aspetti assicurativi e previdenziali, atteso che vi è uno stretto legame tra l’illegalità nei rapporti e la trasgressione delle norme in materia di sicurezza».
Da gennaio ad aprile 2022, sottolinea l’Osservatorio di Vega Engineering sono state 261 le vittime sul lavoro in Italia: di queste, 191 quelle rilevate in occasione di lavoro, in diminuzione rispetto al dato del primo quadrimestre dello scorso anno del 26% anche se va considerato l’azzeramento delle morti per Covid; mentre sono state 70 quelle decedute a causa di un incidente in itinere, con un incremento del 46% rispetto al 2021, probabilmente dovuto alla ripresa degli spostamenti per recarsi da casa a lavoro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando il Covid limitava ancora le attività. Il settore trasporto e magazzinaggio conta anche nel primo quadrimestre il maggior numero di decessi: 29 quest’anno, 18 l’anno scorso; seguono costruzioni, 27, e le attività manifatturiere, 21.

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