Kandinskij, Picasso, Klimt, Le Corbusier: a Rovigo la nuova mostra "Vedere la musica"

Venerdì 23 Aprile 2021 di Nicola Astolfi
Uno dei quadri in mostra a Rovigo

ROVIGO - I linguaggi pittorico e musicale si fondono a Rovigo con Vedere la musica, la mostra che da lunedì a palazzo Roverella porta per la prima volta in Italia un'esposizione che centra in modo organico e con ampio respiro il tema dei rapporti tra musica e arti visive, dal Simbolismo agli avanguardisti.

Un'altra novità assoluta della mostra sarà l'esposizione di due dei quattro bozzetti conservati dal Teatro alla Scala (concessi dalla sua Fondazione per un prestito senza precedenti) che Mariano Fortuny aveva iniziato a disegnare per la Tetralogia di Richard Wagner in cartellone nel 1950: una rappresentazione che non fece in tempo a vedere (sarebbe stata la prima al mondo de L'anello del Nibelungo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale) perché Fortuny morì una decina di mesi prima.


IL TEMA
L'esposizione a Rovigo, fino al 4 luglio, concentra circa 170 opere provenienti da 40 musei e da collezionisti di sette Paesi europei: appartengono al periodo tra il 1880 e il 1940, scelto per rivelare la reciprocità di arte e musica perché - spiega il curatore della mostra, Paolo Bolpagni - «questi sessant'anni sono stati un periodo nodale: prima nell'ambizione di fondere le espressioni artistiche, per creare arte totale capace di unificare le forme d'arte; inoltre perché le avanguardie hanno prodotto una rivoluzione che ancora oggi si fa sentire». Dal Simbolismo alle avanguardie, tra la musica e le arti visive ci fu «relazione strettissima come non mai - sottolinea Bolpagni - nel corso della storia delle arti». E questa reciprocità è stata colta al Roverella quasi di pari passo all'esigenza di non vedere soffocata l'interiorità, mentre la vita moderna logora l'uomo nell'attenzione agli standard e alle specializzazioni. Nel gioco di rimandi tra arti visive e musica, tra visibile e invisibile, Kandinskij diceva di invidiare i musicisti, perché possono fare arte senza bisogno di raccontare qualcosa di realistico. Ma allo stesso tempo considerava il colore altrettanto realistico del suono, e finì per fondare la teoria dell'armonia e del contrappunto, poi sviluppata da Paul Klee, esposto a palazzo Roverella con Di notte (fiori notturni): un'opera di dimensioni ridotte, come è stato spesso per il pittore tedesco, ma che concentra la densità di ogni istante di vita, perché come lui stesso scriveva pienezza è intorno a me perché io esisto.


LA RICERCA
Così le ricerche e le opere che fanno da fondamenta a Vedere la musica compongono una mostra-spettacolo in cui l'animo può arricchirsi non solo con il bagaglio dei significati semantici, ma soprattutto con la diversificazione sensoriale. L'allestimento è attento al colore come alla musica, che fino al termine del percorso accompagna i visitatori, accolti da L'evocazione creatrice della musica con cui Segantini omaggiò Donizetti, e dalle note del Preludio del Tristano e Isotta di Wagner. Dal Simbolismo si va al Wagnerismo e al mito di Beethoven. Quindi all'Opera lirica italiana e poi al primo Novecento fra Austria e Germania. Si torna in Italia con il Futurismo e, infine, lasciato il periodo dal Cubismo al Purismo, l'approdo finale sono l'astrattismo e il tempo composto della Promenade in Si bemolle maggiore che apre i Quadri di un'esposizione di Musorgskij. Correlati a questa composizione musicale sono esposti al Roverella cinque bozzetti delle scenografie di Kandinskij per la messinscena che ne realizzò, nel 1928, al Teatro di Dessau: le scene furono distrutte dai nazisti e restano solo i bozzetti.


GRANDI MAESTRI
Anche in questi dettagli si vede in che modo la lacuna di una mostra importante in Italia che presenti il binomio arte-musica in maniera organica, sia quindi colmata dalla rassegna con la curatela di Bolpagni, e che vede la collaborazione di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Comune di Rovigo e Accademia dei Concordi per portare in Polesine capolavori anche di Boccioni, Kokoschka, Balla, Segantini, Casorati e preziosi disegni di Picasso, Klimt e Le Corbusier. In 15 anni è la ventitreesima mostra al Roverella e, malgrado la pandemia in corso, «i cantieri per il futuro porteranno ancora iniziative di primissimo piano» commenta l'executive director Arte cultura e beni storici di Intesa Sanpaolo Michele Coppola.
 

 

Ultimo aggiornamento: 11:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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