PAPOZZE - Il rientro a casa dopo aver fatto la spesa al supermarket di un paese vicino diventa un incubo per Dimer Manzolli, ex sindaco per più mandati di Papozze ed ex presidente del Parco del Delta: la sua casa è stata visitata dai ladri. Potrebbe essere solo uno degli spiacevoli episodi che accadono oramai con un preoccupante frequenza, nei mesi recenti e a più riprese il paese è stato nel mirino dei ladri, se non fossero assurde e paradossali le modalità operative con le quali i topi di appartamento hanno agito per portare a compimento il proprio intento criminoso.
Il suo racconto
«Ero a fare la spesa a Taglio di Po e al rientro a casa non ho trovato le chiavi che, come al solito, avevo lasciato nel portacenere dell’auto. Pensando di averle smarrite, ho recuperato una copia da una conoscente, ma non appena aperta la porta d’ingresso sono rimasto di stucco». La scena che si è trovata di fronte è quella usuale di un’abitazione visitata dai ladri: le stanze a soqquadro, ante dell’armadio spalancate, cassetti aperti, indumenti ed oggetti di ogni genere sparsi sul pavimento e sul letto.
La ricostruzione di quanto avvenuto è così apparsa subito ben chiara e lampante ai militari. I ladri hanno forzato l’auto nel parcheggio del supermercato trovando le chiavi di casa e, attraverso il libretto, sono risaliti all’identità e all’indirizzo del proprietario, impegnato nel frattempo a fare la spesa lontano dalla propria abitazione. Le condizioni ideali per agire. Così, con estrema lucidità e grande spregiudicatezza, hanno così avuto tutto il tempo per raggiungere Papozze e, grazie alle chiavi, introdursi agevolmente nell’abitazione incustodita per far man bassa di tutto quanto c’era di prezioso.
«Un vicino di casa – aggiunge Manzolli – mi ha riferito in seguito di aver notato in mattinata un paio di sconosciuti aggirasi nei pressi e suonare il campanello. Ritenendo fossero in cerca di me non gli ha dato peso, purtroppo».
Ingente il valore degli oggetti sottratti, alcuni orologi e gli ori di famiglia per un valore stimato fra i 10 e i 15.000 euro. «Ci sono rimasto davvero molto male – confessa - Erano gioie appartenute a mia nonna e mia madre, che avevano soprattutto un valore affettivo. Ho contattato il supermercato per rendere noto quanto era successo, ma mi hanno risposto che la zona dove avevo parcheggiato non è video sorvegliata. Evidentemente gli autori di queste azioni conoscono bene l’area e scelgono con cura le loro vittime. Non mi è rimasto altro da fare che presentare denuncia formale ai Carabinieri» - conclude sconsolato.
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