Regione e il Comune salvino i 200 lavoratori Iras, appello della Cgil

Venerdì 6 Gennaio 2023 di Roberta Merlin
Regione e il Comune salvino i 200 lavoratori Iras, appello della Cgil

ROVIGO - «Ora Regione e Comune devono farsi carico dei 200 lavoratori dell'Iras». È l'appello della Cgil in vista della riorganizzazione dell'ente dedicato all'assistenza degli anziani. «Come Cgil - spiegano il segretario generale Pieralberto Colombo, i responsabili della Fp Davide Benazzo e del Spi Nicoletta Biancardi - siamo convinti che le decisioni ora debbano andare oltre a qualsiasi valutazione tecnica, giuridica ed economico-finanziaria. Un valore sociale, etico e politico che è in mano a Regione e Comune, come il futuro lavorativo delle 200 persone impiegate in questa struttura.

Lavoratori che hanno subìto la crisi del settore, che hanno combattuto in trincea una battaglia che dura da tre anni, che hanno subìto anni di precarietà e la riduzione di risorse, che oggi subiscono la crisi del proprio ente che per la stragrande parte, si abbatterà sulla loro vita».

Queste le richieste della Cgil in merito al futuro dell'ente assistenziale della città, per ora salvato in extremis dall'intervento della Regione. «Nessuno nega che la difficoltà economica dell'Iras nasca all'interno di scelte fatte 17 anni fa e nei periodi successivi, da parte della politica e delle amministrazioni di quel tempo. Scelte ben conosciute e che non trovano spazio nel nostro territorio, ma sono completamente in capo alla politica della Regione colpevole di una mancata riforma, di una programmazione che ha messo sul mercato falsato e penalizzante le strutture pubbliche e che non ha adeguatamente finanziato».

IL NODO DEL COMUNE
C'è un problema di freno da Palazzo Nodari. «Il Comune dove i tecnici, non ritenendo un obbligo per lo stesso dover sciogliere la convenzione e mettere in sicurezza gestionale Iras senza Casa Serena, contestano che vi sia un obbligo economico conseguente. Non legano l'obbligo economico allo scioglimento della convenzione, da parte loro non dovuta, ma a un bene superiore, il rilancio di Casa Serena, e a una reale verifica successiva dell'immobile a fronte del valore aggiunto dei lavori fatti da Iras. A questo si lega l'accantonamento in auto tutela dei 3,2 milioni in bilancio fatto dal Comune. Soldi, però, che non vogliono essere spesi senza che vi sia la copertura normativa sopra citata».

E ancora: «La volontarietà del Comune nello sciogliere la convenzione, sempre per i tecnici, determinerebbe, in capo allo stesso, un vincolo di responsabilità erariale per i riflessi economici che se ne determinano, con la conseguenza che per togliere lo spettro del danno erariale, vi deve essere una contropartita che viene proposta all'interno dell'accordo di programma in discussione in questi giorni. Dall'altra parte vi è l'Iras che, a causa del tempo che passa, continuando a gestire Casa Serena, centro di costo in perdita di almeno 500mila euro all'anno, aumenta l'esposizione debitoria associata all'impossibilità ad avere liquidità, col concreto rischio non solo di continuare a non pagare i debiti, i fornitori e tutto quello che rappresenta il negativo accumulato pari a 12 milioni di euro, ma gli stessi stipendi di gennaio. Ecco l'impellente urgenza di immettere liquidità attraverso la Regione, che ha già deliberato un prestito di 3,8 milioni. Ma anche questa scelta pone in capo alla Regione lo spettro del danno erariale; come può un ente pubblico prestare soldi a un altro Ente in enorme dissesto finanziario senza la certezza della copertura del credito? Di fatto emerge che l'unico ente che si trova realmente a essere chiamato a vincolare parte del proprio bilancio è il Comune. Ma è anche vero che l'Iras, per quanto emerge dalla documentazione, può, per la presenza della convenzione, vantare un credito solamente dal Comune».

GLI APPELLI
Per questo, chiude la Cgil, «chiediamo che la Regione permetta la chiusura dell'accordo di programma con il Comune sul futuro di Casa Serena, cosa possibile, anche in tempi rapidi, visto che poggia sull'impegno di Ulss e Ater, aziende partecipate dalla stessa Regione. Chiediamo, dunque, che questa svincoli urgentemente i 3,8 milioni già deliberati, che il Comune certifichi il debito reale verso l'Iras in tempi certi e rapidi, che la stessa Regione poggi il recupero del prestito sulle future prestazioni sanitarie e al commissario un piano di risanamento che dia stabilità e un futuro all'Iras».

Ultimo aggiornamento: 10:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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