Smog e Pm10. Il Bacino padano è un catino dove stagna l'inquinamento

Mercoledì 3 Maggio 2023 di Francesco Campi
Smog e Pm10. Il Bacino padano è un catino dove stagna l'inquinamento

Colpa della geografia, ma non solo. «La scarsa qualità dell'aria nel Bacino padano - sottolinea l'Arpav - è legata a una combinazione di fattori morfo-climatici e antropici, peculiari di quest'area, che a fronte di un'emissione pro capite non significativamente dissimile da quella di altri Paesi Europei, rende ancora oggi difficile il rispetto degli standard normativi in tema di qualità dell'aria stabiliti dalla legislazione comunitaria e nazionale, in particolare per quanto riguarda il particolato atmosferico».

Inquinamento in Pianura Padana


Qualcosa, però, si può e si deve fare. Qualcosa è stato fatto e nota ancora l'Arpav «è importante evidenziare che nel lungo periodo, la situazione legata alla qualità dell'aria, pur nell'ambito della difficile realtà del Bacino padano, ha fatto registrare dei miglioramenti. Anche per il particolato Pm10: sebbene a oggi il valore limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo sia diffusamente superato per più dei 35 giorni concessi dalla normativa, si è registrata nel tempo una diminuzione dei giorni in cui il limite non è rispettato.

Infatti, se fino al 2010 era piuttosto diffuso registrare superamenti per più di 100 giorni l'anno, negli ultimi anni sostanzialmente tutte le centraline di fondo di Arpav si sono attestate sotto i 70 giorni di superamento, con una media regionale di circa 50 giorni di sforamento per anno».


L'anno scorso a Rovigo i giorni di sforamento sono stati 65. Del resto, da quando esistono queste misurazioni, Rovigo è sempre andato oltre i 35 annui, anche se nel 2022 ha fatto peggio del 2021, quando gli sforamenti erano stati 53, ma anche del 2018 e al 2016, rispettivamente con 48 e 45 sforamenti. Meglio, però, del 2020, "anno nero" con ben 83, ma anche degli 80 del 2017, dei 69 del 2019 e dei 75 del 2015. Peggio di Rovigo, nel 2022, Torino con ben 98 giorni oltre i limiti, Milano con 84, Asti con 79, Modena con 75, Padova e Venezia con 70, Cremona con 67, Treviso con 66, mentre Mantova ha totalizzato 65 superamenti come Rovigo. In rapporto al numero di superamenti giornalieri, dunque, Rovigo l'anno scorso è stata la nona città con il peggior risultato, seppur fuori dal podio regionale.


Tuttavia, nell'ultimo rapporto "Mal Aria" di Legambiente, si prendono in considerazione anche i valori medi annuali di concentrazione del Pm10. E se nessuna città ha fortunatamente fatto registrare il superamento del limite previsto dalla normativa di 40 microgrammi per metro cubo, Milano, Torino e Cremona si sono fermate appena un passo indietro, a 35, Alessandria e Andria a 34, Modena, Monza, Asti, Lodi e Verona a 33, mentre Rovigo si è attestata all'undicesimo posto, insieme a Reggio Emilia, Brescia, Mantova, Padova, Vicenza, Pavia, Rovigo e Treviso, con un valore medio annuo di a 32 microgrammi per metro cubo. Sulla base delle raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, però, i limiti previsti dalla nuova Direttiva europea sulla qualità dell'aria, che entreranno in vigore dal 1. gennaio 2030, abbasseranno la soglia del valore medio annuale di Pm10 a 20 microgrammi per metro cubo: attualmente solo 23 città su 95, il 24%, risulterebbero in regola. Per Rovigo si rende necessaria una riduzione di un terzo del valore attuale. Serve impegno.

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