Rosolina. Morto l'ex sindaco Gildo Ghezzo. Con lui si sbloccò Albarella e nacque il Giardino di Caleri

Giovedì 6 Aprile 2023 di Francesco Campi
Rosolina. Morto l'ex sindaco Gildo Ghezzo

ROSOLINA -  Il cuore di Ermenegildo Ghezzo, Gildo per gli amici, che batteva forte per il "suo" Delta, si è fermato improvvisamente ieri pomeriggio mentre si trovava in casa, a Rosolina. Un malore fatale a un uomo che si è sempre speso per il proprio territorio.

Raffinato e appassionato, sempre gentile e disponibile, aveva 76 anni. È stato per due mandati sindaco a Rosolina, il primo dal 1980 al 1985, ancora ai tempi della "prima Repubblica", un secondo quando già il panorama politico era mutato, dal 1991 al 1995. È stato anche assessore oltre che consigliere comunale, sempre a Rosolina, e consigliere provinciale dal 1999 al 2009, quando presidente era Federico Saccardin, che proprio nel 1999 aveva sfidato come candidato presidente sotto le insegne del Centro cristiano democratico, che raccoglieva gli ex moderati Dc, guidati da Casini, Mastella e D'Onofrio, poi trasformatosi in Udc.

Ghezzo, che è stato anche presidente della società pubblico-privata Saipo nell'ambito della navigazione fluviale privata, membro del consiglio di presidenza dell'Unione navigazione interna e consigliere del Consorzio di bonifica Delta Po Adige, della sua esperienza da primo cittadino ricordava in particolare la nascita di Albarella con la sua particolare conformazione. Come lui stesso ha ricordato in occasione delle ultime elezioni a Rosolina, quando si è candidato consigliere a sostegno di Tiziano Zago, «quando ho fatto il sindaco e l'assessore, Albarella era bloccata, a fine anni 70, gli operai licenziati. Ho accettato di fare l'assessore all'Urbanistica anche se sono laureato in pedagogia e filosofia, con determinazione, con gli avvocati, abbiamo fatto approvare il piano urbanistico che ancora oggi è unico in Italia. Un capolavoro di ricchezza, di lavoro per i cittadini, di sviluppo». Altro risultato di cui andava fiero, aver lavorato per la creazione del Giardino botanico di Caleri. «Negli anni 90, come sindaco - ricordava - sono stato tra i promotori della creazione del Giardino botanico perché si tratta di un ambiente unico. Con la Forestale lo abbiamo messo in sicurezza acquistando la parte privata e delimitando le aree aperte alla visitazione». Negli ultimi anni ha lottato strenuamente per quella che chiamava «una battaglia doverosa» sulla paternità del Delta e del suo parco, alla quale si era applicato con passione, studi cartografici e storiografici, ovvero «l'appropriazione indebita dell'Emilia Romagna del Delta del Po, perché ha dichiarato di possedere nel suo territorio la parte meridionale, falso, mentre la Regione Veneto ha lasciato che questa falsità diventasse legge. Da questo atto, tutte le altre leggi che parlano del Delta del Po hanno peggiorato sempre più la situazione solo per noi veneti».

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