I frati Cappuccini lasciano la città: allarme sociale per l'assistenza ai più poveri

Domenica 18 Dicembre 2022 di Elisa Barion
Il seminario dei frati Cappuccini di Rovigo
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ROVIGO - Costi che ormai sono diventati proibitivi e crisi delle vocazioni che fa mancare la fonte che fa da traino all’istituzione religiosa. Sono questi i motivi principali che potrebbero portare i Frati minori Cappuccini di Rovigo a lasciare il capoluogo per sempre.

Le voci sulla chiusura del convento e sull’addio dei Cappuccini alla città circolano ormai da un po’ di tempo e, in effetti, un fondo di verità c’è: l’ipotesi è più che reale anche se di deciso, per il momento, ancora non c’è alcunché.

La conferma, comunque, arriva direttamente dal Convento: i frati che stanno donando la loro opera, quelli cioè “in servizio” a Rovigo, sono attualmente una quindicina. Pochi, se si considera la mole di lavoro che quotidianamente affrontano a sostegno dei fragili e degli ultimi, delle persone ai margini della società, presenti anche in una realtà come quella di Rovigo. E mentre il costo della vita diventa sempre più esoso e la povertà colpisce fasce sempre più ampie, anche per i Cappuccini i tempi sono difficili: «I costi delle nostre strutture sono aumentati notevolmente – fanno sapere dal Convento – oltre al fatto che ormai il Seminario è sempre chiuso, siamo rimasti in pochi. Perciò, sì, si sta parlando di chiudere le nostre strutture».

DECISIONE IMMINENTE
La decisione, in questo senso, verrà presa fra qualche mese e anche il vescovo mons. Pierantonio Pavanello è al corrente della situazione, benché i Frati non ricadano sotto la diretta giurisdizione della Diocesi. A decidere, infatti, sarà il Capitolo generale dell’Ordine che si riunirà nei primi mesi del 2023, indicativamente tra febbraio e marzo. In quella sede si potrebbe dare corso all’ipotesi di chiudere il convento, lasciando così Rovigo orfana della storica istituzione religiosa che, fin dalla sua fondazione nel Medioevo, si è dedicata ad accogliere i cittadini in difficoltà. Una volta presa la decisione, poi, la chiusura vera e propria, fanno sapere dal Convento, «avverrà tra agosto e settembre». 

ENORME VUOTO 
Come detto, l’addio dei Cappuccini non lascerebbe solo un enorme vuoto dal punto di vista religioso, visti i servizi che quotidianamente i frati offrono ai fedeli, dalle messe alle confessioni, per citarne un paio. Quello che verrebbe a crearsi sarebbe anche un vuoto dal punto di vista dei servizi sociali che i frati offrono per vocazione: la mensa dei poveri, per esempio. Ma la mensa è solo la punta di un iceberg fatto di tante attività che vanno dal semplice ascolto delle persone in difficoltà all’offerta di vestiario e di generi alimentari per gli indigenti fino al servizio docce. E la domanda, quindi, sorge spontanea: chi si farà carico di questi servizi se il Convento dovesse chiudere? «Vedremo – fanno sapere i Cappuccini – chi prenderà in gestione il servizio». La risposta è piuttosto decisa. Così come è decisa nel far sapere che quello di cui si sta parlando non è, magari, la riduzione della presenza o la rimodulazione degli spazi e dei servizi: «No – è la netta replica che non lascia adito a speranze - prossimamente si deciderà per la chiusura totale».

LA COLLETTA 
Impossibile prevedere, adesso, quale sarà l’impatto di una tale perdita per la città e per i cittadini. Quello che è certo, però, è che si profila all’orizzonte un notevole problema a scapito, soprattutto, di chi versa in una situazione difficile. Nel frattempo, però, l’opera dei Cappuccini può essere sostenuta da tutti: in questo periodo che precede le festività natalizie è stata avviata una colletta di generi alimentari che coinvolge anche alcune scuole elementari ma alla quale tutti possono contribuire in nome della solidarietà. La stessa che i Cappuccini praticano ogni giorno con le loro opere.
 

Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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