ADRIA - Palazzo Tassoni va a caccia degli evasori incalliti sul fronte dell'Imu.
FENOMENO IN CRESCITA
Gli avvisi di accertamento in materia si sono quasi triplicati passando dai 393 del 2012 ai 699 del 2017. È vero però, che è aumentato di 2mila unità anche il numero dei contribuenti, che sono passati dai 13.076 del 2012 ai 14.291 del 2017. Stabile invece negli ultimi cinque anni il numero dei contenziosi tributari con una media di due-tre ricorsi nel quinquennio. Il recupero dell'evasione accertato dagli uffici è cresciuto poi in maniera esponenziale passando dai 196.018 euro del 2012 ai 370.714 euro del 2017. Non va meglio sul fronte Tari con il Comune che sta provando a colmare un buco, di oltre 313mila euro, relativo alle annate 2016 e 2017. I 313.778 euro, per la precisione, sono così suddivisi: 148.380 del 2016 e 165.398 del 2017. Un dato in calo comunque rispetto alle annualità 2014 e 2015 quando la cifra ammontava complessivamente a 900mila euro. Il Comune di Adria infatti aveva affidato all'Agenzia delle Entrate - Riscossioni le minute di ruolo Tari 2014 e 2015, formate sulla base del mancato pagamento degli avvisi di accertamento relativi a queste annualità. Per il 2014 si parlava di un importo complessivo di 442.763 euro e di un importo di 455.751 euro per il 2015.
FASCIA DI ILLEGALITÀ
La sacca di evasione della Tari in città si aggira mediamente sui 400-450mila euro. Secondo gli ultimi dati ufficiali il buco per il 2016 era all'inizio, prima che fossero inviati i vari solleciti, pari a 432.721,36 euro, così suddiviso: 406.031,20 euro di Tari, 20.420,36 euro di tributo provinciale e 6.269,80 di spese di notifica. Per il 2017 invece la somma da recuperare era pari a 465.734,72 euro di cui 435.969,95 euro di Tari, 23.453,57 euro di tributo provinciale e 6.311,20 di spese di notifica. La media degli accertamenti annui è invece pari a 1.300 e riguardano sia omessi che parziali versamenti.