Rovigo. Casa Serena sempre più nel degrado: avanza la vegetazione, sale il rischio di intrusioni e vandalismi

Venerdì 15 Settembre 2023 di Elisa Barion
Vegetazione sempre più invasiva attorno a Casa Serena

ROVIGO - Sul futuro di Casa Serena la nebbia è sempre più fitta. Un po’ come l’erba che sta crescendo rigogliosa all’esterno dell’enorme stabile di via Bramante, ormai vuoto da sei mesi. Passando da via Bramante, quello che si vede è desolante: ogni tanto si nota qualche auto parcheggiata lungo il vialetto che conduce all’ingresso principale della struttura. Ieri pomeriggio, per esempio, c’era un mezzo di lavoro, il giorno prima un’automobile di tipo familiare. Ma in generale c’è poca vita nei pressi di quello che è diventato, a tutti gli effetti, un nuovo vuoto urbano alle porte del centro città. Non a caso lo scorso giugno il prefetto Clemente Di Nuzzo aveva posto la questione al comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica: nel grande complesso edilizio è necessaria una stretta sul fronte della sorveglianza affinché non si corra il rischio che diventi un nuovo ex Maddalena, le cui vicende sono state segnate negli ultimi anni da occupazioni abusive, episodi di spaccio, continui interventi delle forze dell’ordine, chiusure forzate di porte e finestre e sgomberi.

La competenza

Al momento la patata bollente è ancora nelle mani dell’Iras che ha gestito Casa Serena in virtù della convenzione che è stata al centro delle trattative, tutte fallite, tra Comune, Regione, la stessa Iras, Ulss 5 e Ater per trovare un accordo che consentisse di scioglierla, salvando i conti dell’Iras e allo stesso tempo dando una nuova vita a Casa Serena che a quel punto sarebbe tornata nella piena disponibilità del suo proprietario, ossia il Comune. La proposta di accordo includeva anche un cambio di destinazione d’uso dell’immobile, sempre con finalità sociosanitarie, per arrivare alla realizzazione di appartamenti protetti, centri diurni per disabili, studentato universitario e aule didattiche. Tutto questo, però, è tramontato a inizio dello scorso luglio, quando il consiglio comunale di Rovigo ha bocciato la proposta di accordo di programma, stroncato anche da tutti i pareri tecnici dei dirigenti comunali e dei revisori dei conti perché troppo oneroso per le casse di Palazzo Nodari.
E così Casa Serena è rimasta al palo, mentre la vicenda prosegue sul fronte dei ricorsi al Tar del Veneto che vedono il Comune contrapposto ad Iras. Attualmente, insomma, Casa Serena è un’enorme scatola vuota di 21.775 metri quadri e 57mila metri cubi di volume, secondo la perizia di stima firmata dal docente dello Iuav Enzo Micelli e protocollata da Palazzo Nodari lo scorso 18 maggio, distribuita su 7 piani fuori terra oltre al piano interrato. Tra l’altro l’immobile affacciato su via Bramante confina a nord con parco Langer e con l’area verde dell’ex impianto di tiro al piattello, ed è circondato di vetrate. Tutte caratteristiche che espongono l’immobile a facili intrusioni ed eventuali vandalismi.

Il verde

E dunque occorre vigilare, ma questo, per il momento, non è competenza del Comune. Sul punto l’assessore alla Sicurezza e Polizia locale Giorgia Businaro spiega: «L’attività di sorveglianza di Casa Serena sarà un lavoro congiunto che faremo con i Carabinieri e la Polizia di Stato. Per il momento non abbiamo attivato alcun servizio particolare e neanche abbiamo avuto segnalazioni di particolari necessità».
Allo stesso modo, per quanto riguarda la manutenzione del verde e il decoro nell’area esterna dell’immobile, l’assessore Giuseppe Favaretto conferma che gli interventi sono di competenza dell’Iras dal momento che Casa Serena non è ancora stata restituita al Comune. Nel frattempo il sindaco Edoardo Gaffeo, insieme ai consiglieri comunali, sta lavorando a una proposta da presentare alla Regione, con la quale i rapporti sono congelati da mesi, con l’obiettivo di arrivare all’eliminazione del vincolo di destinazione di Casa Serena. Una vera e propria impresa la cui strada appare tutta in salita.
 

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