Crac Cofidi, l'ex direttore Antonello Sartori condannato a 6 anni

Sabato 27 Gennaio 2024 di Francesco Campi
Il tribunale di Rovigo

ROVIGO - Per il crac di Cofidi Polesine è stato presentato un conto pesantissimo a una sola delle sette persone per le quali, nel 2019, il sostituto procuratore Sabrina Duò aveva formulato la richiesta di rinvio a giudizio per l’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta. A processo erano poi finiti in quattro, ma tre di loro sono stati assolti. E la sentenza di condanna pronunciata dal Collegio del Tribunale di Rovigo ha visto riconosciuta la sola colpevolezza di Antonello Sartori, nato a Monza e residente a Rovigo, 60 anni, ex direttore di Cofidi Polesine, per il quale è stata decisa una pena di 6 anni di reclusione, oltre al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di oltre 4,5 milioni di euro a titolo di risarcimento nei confronti della stessa Cofidi, costituita parte civile in quanto parte offesa.

LA VICENDA

Per ricostruire tutta la storia bisogna andare indietro di oltre una decina di anni. Nata nel 1997, Cofidi, la Società cooperativa fidi ed investimenti del Polesine, legata a Confartigianato, ma soggetto di diritto autonomo, con lo scopo di aiutare le piccole e medie imprese nell’accesso al credito, offrendo garanzie per favorire l’ottenimento di finanziamenti dalle banche, aveva conosciuto una crescita esponenziale fino al biennio 2007-2008, poi lo scoppio della bolla finanziaria e immobiliare e la conseguente crisi aveva visto le difficoltà aumentare giorno dopo giorno, fino a quando le sofferenze delle aziende che si erano fatte garantire i prestiti dal Cofidi hanno portato le banche a rivalersi sulla cooperativa. Il buco di bilancio è stato poi quantificato in 23 milioni.
A novembre 2014 Cofidi era stata posta in liquidazione coatta amministrativa con decreto del ministro dello Sviluppo economico.

La Procura, però, si era iniziata a muovere a marzo, dopo che una fonte confidenziale aveva segnalato alla Guardia di finanza la possibilità che nei conti vi fossero irregolarità contabili. In particolare garanzie prestate, negli anni precedenti, senza avere fatto sufficientemente attenzione al possesso dei necessari requisiti da parte dei beneficiari. O garanzie prestate a condizioni ben più benevole di quanto le condizioni delle aziende avrebbero giustificato. Il tutto mentre, negli stessi giorni, i vertici di Cofidi stavano valutando la richiesta di un concordato.

Le indagini nel tempo si sono arricchite di molteplici elementi: oltre a un esposto di clienti e soci di una Bcc, testimonianze, accertamenti contabili e la relazione del commissario liquidatore. La Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per sette persone: oltre a Sartori, Alessandro Forestieri, originario di Catanzaro, 49 anni, all’epoca dei fatti presidente del consiglio di amministrazione del Cofidi; Andrea Trombini, 50 anni, di Adria, ex direttore del consorzio; Katia Barbin, di Lendinara, 50 anni, segretaria e responsabile del settore garanzie, e Alessandro Monterosso, 53 anni, nato a Venezia; Paolo Colombo, 82 anni, di Rovigo, e Luca Saggioro, 60 anni, di Rovigo, che formavano il collegio sindacale. Per questi ultimi tre, difesi rispettivamente dagli avvocati Federico Cogo, Luca Ponti, e Debora d’Aquino e Andrea Cirillo, l’accusa è di aver omesso di controllare l’amministrazione della società e di accertare la regolare tenuta della contabilità, ma sono stati il primo assolto e gli altri prosciolti in udienza preliminare.
Erano finiti a processo i quattro amministratori del Cofidi, Forestieri assistito dall’avvocato Rita Tiengo, Sartori dall’avvocato Luigi Migliorini, Trombin dall’avvocato Pietro Someda, Barbin dall’avvocato Luigi Marcomini, accusati di aver omesso di svalutare i crediti insolventi e di aggiornare la posta di bilancio del fondo rischi, provocando, secondo la ricostruzione del pm, con dolo, il fallimento della società, per aver garantito soggetti che non avrebbero avuto i requisiti economici per ottenere finanziamenti, presentando falsi documenti contabili. Per Forestieri, Trombin e Barbin è arrivata un’assoluzione “per non aver commesso il fatto”.

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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