Sono 85 le vetrine vuote in città. Freak of Nature le ha numerate

Venerdì 18 Marzo 2022 di Roberta Merlin
Una delle vetrine sfitte numerate da Freak of nature

ROVIGO - Le vetrine sfitte della città, ben 85, numerate e dipinte di verde. Il capoluogo si è svegliato con una lunga scia di quelli chea molti sembravano imbrattamenti ai danni dei negozi sfitti. Una sorpresa che ha allarmato i proprietari dei locali. Sulle vetrine impolverate e in attesa di essere riaffittate, ignoti hanno realizzato un singolare disegno verde con accanto l’indicazione di un numero, una sorta di censimento dei locali sfitti. A essere colpita anche l’ex edicola di piazza Garibaldi, non più vuota, ma rimessa a nuovo e in attesa del taglio del nastro da parte di un negoziante di abbigliamento. L’ombra dei vandali armati di bomboletta ha allertato la polizia che si è messa al lavoro per visionare le telecamere di videosorveglianza in città per risalire agli autori del gesto.


Dopo poche ore, però, il mistero è stato svelato.

Sulla pagina Facebook del gruppo “Freak of Nature” è comparsa la rivendicazione dell’esecuzione artistica con l’elenco delle città scelte per il gesto dimostrativo. Lo scorso febbraio gli stessi segni, con tanto di numerazione, erano apparsi anche nelle vetrine sfitte di Padova e Venezia. Sei in tutto i centri veneti interessati dalla performance dedicata ai centri urbani del nord che stanno via via smarrendo la propria identità. I rodigini, però, non avrebbero gradito, o forse non subito compreso, i disegni sulle vetrine. A confermare questa tesi le parole degli stessi artisti: «Dopo Venezia, Vicenza, Belluno, Padova, Bassano siamo nel Comune di Rovigo - spiegano nel post apparso sul Social - segnare 85 negozi con il bambù significa mettere sotto i riflettori un grosso problema. Questa era l’occasione per parlare della città, degli affitti alti, dello spopolamento, della perdita di identità, per parlare di tutto ciò che è connesso, ad esempio i plateatici a pagamento quest’estate come se fosse finito il Covid, come se la crisi economica non stesse mettendo il Paese in ginocchio. Sarebbe stato bello se anche in questa città si fosse aperto un dialogo». Infine, gli autori si rivolgono ai proprietari delle vetrine: «I colori sono lavabili con semplice acqua. Ma perché lavarli? Servono a sensibilizzarci, servono alle istituzioni, alle associazioni per ricordare il problema».

Freak of Nature si occupa di abbandoni da 15 anni, avendo iniziato a operare nell’ambito degli ecomostri, quali l’Onda palace di Padova o l’area di Borgo Berga a Vicenza, dove aveva usato stoffa colorata. Poi, con l’arrivo della pandemia, la decisione di spostare l’attenzione sui centri cittadini aree che gli street artist tendono a evitare per sottolineare come le città si stiano svuotando da ogni punto di vista.

Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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