In nove a processo per i "fanghi sporchi" della Coimpo

Venerdì 31 Maggio 2019 di Francesco Campi
Una delle fotografie scattate durante l'indagine
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ADRIA - Dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia sui “fanghi sporchi”, escono puliti i tre laboratori che erano finiti nell’occhio del ciclone, accusati di aver fornito dati ritoccati, ma, soprattutto, cade l’accusa più pesante, quella dell’ipotizzata associazione a delinquere, sulla quale tutto si incentrava, che veniva contestata a Gianni e Alessia Pagnin, Mauro e Glenda Luise, Rossano Stocco e Mario Crepaldi.
 
Ieri a Venezia sono arrivati i verdetti del giudice per le udienze preliminari Maria Luisa Materia sull’indagine della Dda lagunare nata dopo gli accertamenti in seguito al drammatico incidente mortale del 22 settembre 2014, per il quale è in corso il processo per omicidio colposo.
Per sei persone è arrivata una sentenza di non luogo a procedere perché l’accusa di aver trasportato quelli che secondo la Dda erano rifiuti e non non fanghi senza le necessarie autorizzazioni è stata cancellata dalla prescrizione: Renzo Saccon, Giuseppe Bernardi, Alessandro Bernardi, Elio Bernardi, Gabriele Bernardi e Claudio Riva.
Non luogo a procedere, ma perché il fatto non sussiste, anche per Gianni e Alessia Pagnin, Rossano Stocco, Glenda Luise, Mario e Francesco Crepaldi, Fabio Cella e Jonathan Sozzi, gli ultimi due socio e tecnico del laboratorio di Podenzana Mcm Ecosistemi, relativamente all’accusa falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità in concorso, perché l’accusa riteneva che avessero alterato le analisi sulla presenza di mercurio nel correttivo calcico della Agribiofert. Non sussistenza anche per l’ipotesi più grave, quella dell’associazione a delinquere. 
Nove, invece, i rinvii a giudizio ma solo per i reati ambientali legati allo spandimento dei fanghi sui terreni agricoli, che secondo l’accusa non sarebbero stati sottoposti alle regolari e corrette procedure di recupero per la formazione di fertilizzante e di fango stabilizzato da distribuire in campagna e sarebbero rimasti rifiuti speciali non pericolosi, fanghi civili ed agroindustriali ed altri rifiuti speciali, che sarebbero stati gestiti abusivamente.
A processo, finiscono di nuovo Gianni e Alssia Pagnin, Mauro e Glenda Luise, Rossano Stocco, Michele Fiore, Francesco Crepaldi, Gianfranco Tescaro, Daniele Bellettato e Marco Giuriolo.
Una condanna ad 1 anno, sospeso, è arrivata per Giulio Bisco, adriese, titolare di una delle ditte di trasporti che si occupavano della movimentazione dei fanghi, che erano però ancora rifiuti. Per lui anche la condanna a risarcire Comune di Adria, Provincia di Rovigo e Regione, costituite parti civili.
Hanno invece patteggiato, rispettivamente una pena di 1 mese, che si aggiunge agli 8 già patteggiati in un primo stralcio, Glenda Luise, e 3 mesi e 15 giorni Mario Crepaldi, che ne aveva già patteggiato 10 mesi.
Per tutti e tre la sospensione condizionale della pena è stata vincolata al pagamento di 10mila euro di risarcimento a ciascuna delle parti civili.
Ultimo aggiornamento: 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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