Castelmassa. Ragazzino di 14 anni a scuola con un coltello: i prof chiamano i carabinieri

Immediato l’allarme dato dai professori della media altopolesana con l’arrivo tempestivo dei carabinieri

Mercoledì 24 Gennaio 2024 di Francesco Campi
Una pattuglia di carabinieri

CASTELMASSA (ROVIGO) - Si è presentato a scuola con un coltello. Non un coltellino, ma un coltello la cui presenza ha destato non poca preoccupazione. Al punto che i professori hanno ritenuto necessario chiamare i carabinieri, che sono arrivati a scuola, recuperando il coltello. È successo in una scuola secondaria di primo grado, ovvero una scuola media, dell’Alto Polesine ed il protagonista non ha compiuto ancora i 14 anni che sono la soglia di età per poter essere imputati. Quindi, dal punto di vista penale, la vicenda è sostanzialmente chiusa. Trattandosi di ragazzino non imputabile i già rigidissimi paletti fissati alla comunicazione sulle indagini in corso, in ossequio a quanto previsto dal Decreto legislativo 188 del 2021, sulla presunzione di innocenza, che ha creato un cortocircuito nell’informazione a livello territoriale, rendendo impossibile la verifica delle notizie per la sua assurda formulazione, come in qualche misura ammesso anche dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove proprio la settimana scorsa, sono ancora più rigidi.

BOCCHE CUCITE

E nulla trapela da carabinieri e Procura su quanto sia accaduto, sulla tipologia di coltello e sull’uso che ne sia stato fatto. Non risulterebbe che nessuno sia stato ferito, ma questo non è verificabile. Così come non è dato sapere se sia stato utilizzato per atti di bullismo nei confronti di altri ragazzini.

Anche da parte della scuola interessata dal fatto non c’è interesse a offrire dettagli su una vicenda che rischia di creare allarme fra i genitori e non offrire una buona pubblicità, seppure, a quanto risulta, la risposta della scuola sia stata ferma e tempestiva. 

Ad intervenire per sequestrare il coltello, sono stati i carabinieri della Compagnia di Castelmassa, che hanno poi informato la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Venezia, affidando poi il minore ai genitori, preventivamente avvisati dai docenti. «Si precisa - è una postilla a margine della stringatissima nota diramata dall’Arma - che il procedimento penale non risulta concluso e che la colpevolezza del soggetto, comunque non imputabile, dovrà essere accertata con sentenza irrevocabile». 

Non si tratterà di un processo, perché ovviamente il ragazzino non può stare in giudizio, bensì di una declaratoria della non imputabilità del minore infraquattordicenne, attraverso l’emissione di una sentenza di proscioglimento nella quale è tuttavia necessaria l’esatta individuazione della persona cui viene attribuita la commissione materiale del fatto.

Un altro campanello d’allarme sulla situazione in cui versano le scuole dopo i fatti del recente passato come l’episodio dei pallini sparati con una pistola ad aria compressa ad una professoressa dell’Itis Viola di Rovigo e dell’esplosione avvenuta all’Ipsia Marchesini, ma soprattutto dopo l’allarmante parata con coltelli di ogni tipo, compreso un machete, lo scorso Marti Franco, in occasione dello scontro fra baby gang al luna park di Rovigo, costato a undici dei protagonisti una denuncia per minacce e porto abusivo di armi ed oggetti atti ad offendere.

Ultimo aggiornamento: 15:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci