ROVIGO - Il Tribunale cade a pezzi. Non in senso figurato, ma proprio letterale. Nel primo pomeriggio di ieri, infatti, dalla facciata su via Mazzini, si sono staccati alcuni calcinacci, rendendo necessario l'intervento dei vigili del fuoco che, con l'autoscala sono saliti a controllare palmo a palmo tutta la superficie esterna dell'edificio, con particolare attenzione ai cornicioni delle finestre, in pessime condizioni, per verificare che non vi fosse il rischio di ulteriori distacchi. Particolarmente pericolosi perché il punto di caduta è proprio sulla strada, non essendo presente in quel tratto un marciapiede da transennare per interdire al passaggio dei pedone. E, non potendo bloccare completamente via Mazzini, è stata quindi necessaria l'attenta opera di "bonifica" della facciata. Già la sola presenza dell'autoscala, fra l'altro, ha creato non poche ripercussioni sul traffico.
Il cantiere
Il crollo dei calcinacci è una sorta di ulteriore promemoria di come la città di Rovigo sia stata calpestata. Mentre, infatti, il Tribunale cade a pezzi, qualche metro a fianco, gli operai lavorano da oltre due anni per realizzare, nel vecchio carcere di via Verdi, vuoto dal 2016, il nuovo istituto penale per minorenni con sezione semiliberi di tutto il Triveneto, sostituendo quello di Treviso. Un investimento milionario, che la città ha più volte fatto capire di non gradire, anche se le proteste sono state sempre molto flebili, per il quale proprio lunedì il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha stanziato 3,5 milioni aggiuntivi per coprire i maggiori costi. L'appalto per la costruzione del carcere per minori è stato affidato il 29 dicembre 2020 per un importo di 8.935.985 euro. I lavori sono stati consegnati il 15 ottobre 2021 con una durata prevista dei lavori di 645 giorni, anche se ne sono ormai passati già 753 (e non oltre mille come scritto erroneamente in precedenza, ndr).
Il vecchio carcere
Un'imposizione sulla testa della città che, con le ultime due amministrazioni non è riuscita a ottenere che il vecchio carcere fosse destinato al necessario ampliamento del Tribunale, per il quale il ministero della Giustizia ha invece poi pensato alla sede della Questura, quindi facendo tramontare l'ipotesi di un Palazzo di Giustizia unico, con la suddivisione su due sedi, quella nuova in via Donatoni, dove verranno unificate Sezione penale e civile, Procura e Polizia giudiziaria, e quella "storica" di via Verdi, dove verranno collocati gli uffici del Giudice di pace, gli Uffici notifiche esecuzioni e protesti e gli archivi, con l'aula Ambrosoli che dovrebbe diventare un auditorium.