Addio all'ex calciatore Alessandro "Bakky" Bacchiega, aveva 40 anni

Sabato 4 Gennaio 2020 di Enzo Fuso
Alessandro Bacchiega
MELARA - Sport in lutto per la scomparsa di “Bakky“, stroncato il 31 dicembre da un male con cui lottava da due anni. Ieri mattina Melara ha dato l’ultimo saluto all’ex calciatore e allenatore. Lui che le battaglie sul campo era solito vincerle, questa volta non ce l’ha fatta. Ma sino all’ultimo non ha perso il sorriso e la speranza. Alessandro Bacchiega si è spento a 40 anni lasciando nello sconforto la moglie Elena, la figlia Alessia, la sorella Carla, il fratello Emanuele e Maria Chiara. Una famiglia che ha sopportato sempre con grande dignità il dolore, senza mai perdere la speranza anche se i segni erano inequivocabili.
Una volta conosciuta la diagnosi, Bacchiega aveva lasciato il calcio per restare vicino alla sua famiglia. Un dolore immenso. Venerdì mattina il suo mondo, quello con cui ha trascorso l’intera esistenza, l’ha accompagnato nel suo ultimo viaggio. 
EX CALCIATORE
“Uno di noi”, si canta in campo quando si vuole stabilire un feeling speciale con un giocatore. E un feeling speciale Alessandro l’aveva stabilito con tutti, grazie al suo carattere allegro e disponibile. In campo era l’amico, il compagno, mai l’avversario. Magari ti riempiva di gol, era il suo mestiere, ma mai ti umiliava. Aveva cominciato da piccolo a mettere dentro palloni e già all’esordio con l’Ostiglia aveva fatto capire di che pasta era fatto vincendo subito, pur con un anno in meno che a dieci anni conta molto, la classifica marcatori. Poi una vita sui campi, sempre davanti, lì nel mezzo, dove arrivano i palloni da trasformare in numeri. 
ESORDIO
Questo ragazzino non poteva passare inosservato, eccolo quindi con le giovanili del Verona, per poi passare alla Serenissima e quindi alla Sambonifacese. Qui termina il suo primo periodo veronese per poi passare nel mantovano, dove sarà ancora protagonista con l’Ostiglia, la sua prima maglia, la Sustinense e quindi ancora nel veronese con il Legnago prima di passare alla Poggese, poi al Cerea, per finire un anno, stagione 2005/2006 all’Altopolesine di Castelmassa, stagione 2005/2006. Infine a Revere, con il River, giocatore e allenatore, portando la squadra dalla 3ª alla 2ª categoria. Un vero globe-trotter del calcio, ma con sullo sfondo sempre il Po. Poi il male che lo ha costretto ad abbandonare una sicura carriera in panchina. Il suo gol più bello però l’ha segnato nell’anno 2000, quando ancora giovanissimo decise di mettersi al servizio dei ragazzi meno fortunati, diventando grazie alla sua laurea Isef educatore nella cooperativa sociale “ Il Ponte” di Sermide. Un bravo ragazzo, un grande uomo, un giocatore e allenatore che già si pensa a ricordare con un torneo. 
Ultimo aggiornamento: 08:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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