Pilastri artistici coperti, polemiche su Borsari per i restauri al Caffè Borsa

Giovedì 12 Agosto 2021 di Roberta Merlin
L'ingresso del Caffè Borsa in centro a Rovigo
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ROVIGO  - A poche settimane dalla tanto attesa riapertura del Caffè Borsa  di Rovigo da parte dell’impresa dolciaria Borsari di Badia Polesine, vincitrice del bando della Camera di commercio per la gestione dell’antico salotto del capoluogo, in città si accende la polemica in merito ad alcune foto scattate durante il restauro del locale prossimo al nuovo taglio del nastro.

Alcuni cittadini, sbirciando all’interno del cantiere, si sarebbero infatti accorti che i pilastri decorati nel 1953 dallo sculture Amleto Sartori, sarebbero stati coperti con delle lastre di cartongesso.

Cancellati, insomma, dalla vista dei futuri clienti e visitatori dell’antico Caffè quasi pronto a riaprire con un nuovo volto, più moderno, pensato dai progettisti che si sono occupati del restauro.

ACCUSA E RISPOSTA

È bastato un post apparso sui social per scatenare l’indignazione e la protesta degli amanti dell’arte e affezionati alle decorazioni impresse nei panelli in questione. Più di qualche rodigino, sempre attraverso i social, ha chiesto infatti l’intervento del Comune e delle Belle Arti per fare chiarezza sulla copertura delle colonne “protette dal vincolo storico culturale”. «Non c’è alcun vincolo della Soprintendenza sui pilastri in questione - chiarisce subito il numero uno del gruppo Borsari, Andrea Muzzi - punto, quest’ultimo, anche specificato nel contratto con la Camera di commercio. Il vincolo, che abbiamo rispettato in modo ligio, insiste infatti sull’edificio, ma non sulle decorazioni oggetto della polemica».

L’amministratore delegato della Borsari ha spiegato che durante l’attività di restauro del locale, quasi arrivata alla conclusione, è sorta la necessità di coprire i pilastri per esigenze legate allo stile scelto per l’arredo che darà un volto chic e ricercato al Borsa, fino a marzo gestito dalla Thun. «Voglio rassicurare i rodigini che le decorazioni non sono state danneggiate e sono in perfetta salute. Le abbiamo momentaneamente coperte per esigenze di arredi, ma non è affatto escluso che torneranno presto visibili».

OCCUPAZIONE

Nel frattempo, ad alcune settimane dalla riapertura del locale, Muzzi annuncia che la società sta provvedendo all’assunzione di 12 nuovi dipendenti che da settembre lavoreranno al bancone e tra i tavoli del Caffè di piazza Garibaldi. Una quarantina i posti a sedere previsti all’interno. «L’apertura è prevista per settembre, la data sarà una sorpresa - fa sapere il colosso badiese dei panettoni - confermo che sarà un locale bellissimo che darà un valore aggiunto al centro cittadino».

Per il momento all’esterno verrà posizionato un plateatico rimovibile, ma il progetto mira alla realizzazione, entro la primavera, di una struttura elegante in piazza Garibaldi, previo ovviamente via libera da parte del Comune.
«Siamo felici di approdare in città con il nostro marchio - conclude Muzzi - eravamo attesi da tanto tempo nel capoluogo e grazie anche all’affetto che ci ha dimostrato la città nella previsione del nostro arrivo, abbiamo deciso di gestire l’antico Caffè del centro anche se, in realtà, eravamo alla ricerca di metrature più ampie».
In merito alle polemiche, conclude l’amministratore delegato della Borsari, «sicuramente dispiacciono, ma è tutto perfettamente in regola. Le decorazioni non sono state danneggiate. Non è la prima volta che veniamo attaccati sui social. Pochi giorni fa è infatti successo in merito al nostro post che avvisava la clientela che all’interno dei nostri locali si consuma al tavolo, nel rispetto della legge, solo se in possesso di Green pass. Anche in quel caso ci hanno riversato una serie di pesanti critiche. Ma la sicurezza per noi viene prima di tutto. Solo così riusciremo a scongiurare le chiusure legate alla pandemia».
 

Ultimo aggiornamento: 07:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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