Con il georadar alla scoperta degli ultimi misteri dell’abbazia della Vangadizza

Venerdì 6 Maggio 2022 di Federico Rossi
Il geologo Sandro Veronese e alcuni appassionati di storia locale con il georadar all'esterno dell’ex abbazia

BADIA POLESINE - Con il georadar alla scoperta dei misteri dell’abbazia della Vangadizza. Nei giorni scorsi, in un’area esterna al complesso monumentale, è andata in scena un’iniziativa che punta a riaccendere i riflettori sul sito millenario, simbolo della città di Badia e tra i più importanti dell’intero Polesine.

L’INDAGINE

L’indagine realizzata in superficie è stata condotta con il particolare strumento; il metodo si basa sull’analisi della riflessione delle onde elettromagnetiche tramesse nel terreno. La ricerca è stata finalizzata all’individuazione di eventuali strutture realizzate dall’uomo. E a quanto pare al di sotto del terreno preso in esame lo strumento avrebbe rilevato qualcosa, anche se >per il momento è difficile dire di cosa si tratti. Il riscontro ha comunque riacceso la curiosità dei partecipanti e la domanda su quanto ancora possano rivelare l’ex monastero e i suoi spazi esterni, che continuano ad affascinare ogni giorno i visitatori.
«Un gruppo di appassionati di storia locale ha commissionato al geologo Sandro Veronese di Rovigo un’indagine di superficie con il georadar nel sedime esterno dell’ex abbazia – spiega Claudio Vallarini, uno dei promotori dell’iniziativa - l’analisi delle onde ha evidenziato alcunestrutture che però allo stato attuale non sono identificabili». «Sarebbe bello - aggiunge Vallarini - se l’indagine proseguisse. Quello su cui si è intervenuti è un punto importante di Badia e insistere su questa ricerca potrebbe essere utile per arrivare anche al coinvolgimento dei più giovani o magari dell’università».

I RILIEVI

«I rilievi dell’indagine – ha osservato Vallarini sul proprio profilo Facebook - egregiamente effettuata dal dottor Veronese e dal suo assistente Enrico Ferrari, sono stati inoltrati alla Soprintendenza di Verona e all’assessorato alla Cultura del Comune. A prescindere da cosa effettivamente si tratti, tutta l’area vangadiciense è di notevole interesse storico e archeologico e sarebbe auspicabile una campagna di scavi nel sedime esterno dell’ex monastero, così da disporre di nuovi elementi di conoscenza sulla sua origine. Gli ultimi scavi, infatti, risalgono al 2002».
Le rilevazioni con il georadar sono state possibili grazie a degli “sponsor” e alla collaborazione di privati, una serie di persone che Vallarini ha voluto ringraziare sulla propria pagina social. Quello del georadar, da quanto si apprende, è un metodo efficace - rapido e non invasivo - utile ad ottenere informazioni sul sottosuolo, sulla sua struttura, su quanto contenuto e in prospettiva su quanto contenne.

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