Spargimenti di concimi fuori controllo: multate 42 aziende agricole

Sabato 11 Novembre 2023 di Francesco Campi
Le indagini dei carabinieri forestali

ROVIGO - Dal letame nascono i fiori, ma non bisogna esagerare. Altrimenti si incorre in sanzioni. Come hanno sperimentato sulla propria pelle gli imprenditori agricoli ai quali sono state comminate 42 sanzioni per un valore totale di circa 20mila euro. È questo, infatti, l’esito dei controlli dei Nuclei Carabinieri Forestali di Porto Tolle, Adria, Rovigo e Trecenta sugli spargimenti in agricoltura nell’annata agraria ormai al termine, svolti anche con il supporto del Nucleo Elicotteri di Belluno. «Va tuttavia segnalato – si rimarca dal Gruppo Carabinieri Forestale di Rovigo - che non sono state rilevate violazioni di carattere penale: tutte le aziende agricole controllate avevano regolarmente presentato il Piano di utilizzazione agronomica e le distribuzioni interessavano materiali consentiti e non apparivano celare, come purtroppo avvenuto in passato, l’illecito smaltimento di rifiuti anche di carattere industriale, a titolo esemplificativo le calci utilizzate per l’abbattimento dei fumi degli impianti di termocombustione dei rifiuti solidi urbani o i fanghi residui prodotti dalla cartiere o altri rifiuti contenenti elevate quantità di metalli ed idrocarburi».

LE VERIFICHE

Uno dei riferimenti è abbastanza chiaro, ed è anche esplicitato quando si fa riferimento alle norme di settore, «il cui volontario e reiterato mancato rispetto - si sottolinea - ha originato una delle pagine più tristi della recente storia del Polesine per quanto riguarda gli infortuni mortali sul lavoro, leggi caso Coimpo». Quanto contestato con le 42 sanzioni, ha riguardato quindi di violazioni legate alle documentazioni ma anche violazioni alle norme tecniche, in particolare non sarebbero state rispettate le indicazioni sugli stoccaggi, soprattutto in campo, e spesso non è avvenuto il previsto interramento degli effluenti entro le 24 ore dallo spargimento. E, spiegano i carabinieri forestali, «sia gli stoccaggi illeciti che la mancata incorporazione dei materiali, oltre a provocare un sicuro disagio per chi risiede nelle immediate vicinanze, potrebbe anche generare spiacevoli conseguenze per la salute pubblica».

POLESINE VULNERABILE

La concimazione, si sa, non è proprio il miglior regalo che si può fare a chi sta nelle vicinanze, ma il punto centrale non è tanto negli odori quanto gli stringenti limiti fissati dalla normativa all’uso agronomiche degli effluenti zootecnici e di tutti i materiali assimilati, delle acque reflue, dei digestati, dei fertilizzanti azotati. Se, infatti, l’azoto è un nutriente fondamentale, il Polesine è però dichiarato Zona vulnerabile ai nitrati, che sono lo stato più ossidato dell’azoto, il cui eccesso nelle acque provoca alterazioni pesanti, come , l’eutrofizzazione, cioè la proliferazione incontrollata di alghe che possono portare a condizioni anossiche e moria dei pesci, ma anche perché può portare alla formazione di nitrati e di sostanze cancerogene, tanto che l’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità, in base agli effetti osservati sui neonati, ha definito un valore di attenzione pari a 45 milligrammi per litro.

OCCHIO ALL’AZOTO

«Le aziende agricole – precisano i Forestali - proprio per il fatto che il Polesine è dichiarato Zona vulnerabile ai nitrati, hanno l’obbligo di rispettare sempre, soprattutto in riferimento all’azoto, le quantità massime previste dalla norma, di rispettare le regole sugli accumuli temporanei in campagna, che, si ricorda, per la pollina, essere particolarmente restrittivi, e di provvedere, entro le 24 ore dallo spargimento, all’incorporazione dei materiali distribuiti o all’immediata incorporazione nel casi di fertilizzanti contenenti fanghi industriali, rifiuti urbani o digestati. Le aziende agricole devono evitare di distribuire gli effluenti il pomeriggio ed incorporarli il mattino seguente, in quanto, pur rientrando nelle concesse 24 ore, il lasciare gli effluenti sul campo tutta la notte potrebbe formare e diffondere, per deriva, aerosol verso aree non interessate da attività agricole e tale condotta potrebbe configurare a carico dell’agricoltore la violazione penale per procurate molestie olfattive».
 

Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 14:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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