«Il foglio sui rischi? Da solo certo
non lo firma, infilalo con gli altri»

Giovedì 4 Agosto 2016 di Giuseppe Pietrobelli
«Il foglio sui rischi? Da solo certo non lo firma, infilalo con gli altri»
14

TREVISO - Trucchi e trucchetti. Per vendere azioni di Veneto Banca in vista della ricapitalizzazione e per indurre i clienti a restare. Le intercettazioni sono un campionario a tratti indecente. 

I FOGLI - Il foglio informativo dei rischi (chiamato F1300) da sottoporre al cliente? Gli impiegati «operano senza porsi troppi scrupoli», annotano i finanziari. Impiegato 1: «Se tu trovi un accordo anche sul prestito obbligazionario e sulle altre cose... al limite quando glielo farai rinnovare...». Impiegato 2: «Infili dentro il foglio». Impiegato 1: «Esatto, cioè glielo fai firmare insieme alle altre cose, perchè farglielo firmare da solo quello non...». Impiegato 1: «Esatto, bravo quello che pensavo io...».

LE "BACIATE" - Si davano fidi a chi sottoscriveva azioni, con il sistema delle "baciate". Dalle intercettazioni, secondo la Finanza, emerge «L'attualità della prassi di concedere finanziamenti asserviti al reperimento di quote capitale e la sistematicità con cui detta pratica risulterebbe adottata». Ma Vincenzo Consoli non era contento e all'inizio del 2015 aveva convocato a Montebelluna i capi area.  Scrivono i finanzieri: «Consoli ha avanzato forti critiche al loro operato, mostrandosi molto esigente con particolare attenzione sulla capacità delle articolazioni periferiche di collocare azioni della stessa banca». Consoli «aveva sollecitato una raccolta più massiccia e ramificata, addirittura anche presso la clientela di minor spessore». I pesci piccoli gabbati.


LE REGOLE - La rabbia dei clienti che volevano rimborsi delle azioni. Emerge un incontro di Consoli con il presidente del Tribunale di Treviso, in cui si riferisce alla gente inviperita che vuole i soldi. Parola di Consoli: «Siamo bloccati dalle regole, non siamo in grado di pagare, bisogna aspettare la spa (quotazione in Borsa, ndr), se poi uno ha bisogno di soldi gli facciamo il finanziamento a tassi bassi». In realtà nel 2013-14 per 3.965 ordini, riguardanti 8,5 milioni di azioni, la vendita è avvenuta senza rispettare l'ordine di priorità, «Per tutelare alcuni clienti a discapito di altri». Ma con la società per azioni il valore è crollato. Anche perché le ispezioni hanno fatto venire a galla il marcio. Ad esempio che il patrimonio di vigilanza segnalato (2.309 milioni di euro) era tre volte superiore a quello effettivo (768 milioni).
IL PATTO - L'impegno al riacquisto. Si vendono azioni, finanziate dalla banca, con l'impegno della stessa di ricomperare i titoli dopo 6 mesi, con un interesse. Se ne parla nel maggio 2014 a casa di un imprenditore di Ponzano Veneto, presente mezza dozzina di dirigenti di VB. Ne hanno parlato con i finanzieri anche due direttori territoriali: «Entrambi sostengono di aver sottoscritto loro stessi gli impegni al riacquisto, in ciò rassicurati dallo stesso condirettore Mosè Fagiani». Quest'ultimo è indagato.
I CAPITALI - L'obiettivo di rastrellare 100 milioni di euro nella primavera 2014.

Quattro testimonianze decisive di dipendenti di Veneto Banca. Alberto Morini, riferendosi a una riunione nel febbraio 2014: «Si valutò l'eventuale interesse di alcuni clienti a sottoscrivere azioni di VB con impegno al riacquisto. La durata ipotizzata era di 6 mesi». Cataldo Piccarreta: «Ci fu una riunione durante la quale il dott. Consoli e il dott. Fagiani avanzarono l'ipotesi di generici impegni al riacquisto delle azioni sociali sottoscritte dalla clientela». Fabio Berini, responsabile direzione territoriale Centro-Nord: «Ero a conoscenza delle indicazioni (maggio 2014, ndr) di trovare alcune partite importanti da clienti con cui effettuare delle operazioni come "pronti contro termine" con sottostanti azioni Veneto Banca della durata di 6 mesi garantendo al cliente un rendimento del 3% di periodo». Gian Franco Marco Forner: «Nel maggio 2014 vi è stato un Comitato Commerciale al quale erano presenti i signori Faggiani, Piccaretta, Accetta, Doni, Murari e il sottoscritto. In quella sede era stata ipotizzata la necessità di ricerca di nuovo capitale per circa 100 milioni di euro con la modalità di un "pronti contro termine" con sottostante l'azione di Veneto Banca. L'operazione era stata presentata come già costruita dalla Direzione Generale. Durante la riunione è entrato per un saluto il direttore generale Consoli».

Ultimo aggiornamento: 12:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci