Vaccini, over 60 boom in Veneto oltre 20mila prenotazioni in 2 giorni per la quarta dose

Venerdì 15 Luglio 2022 di Alda Vanzan
La coda per la quarta dose a Venezia
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VENEZIA - È boom di prenotazioni in Veneto per la quarta dose contro il Covid. Secondo quanto riferito dalla Regione, mercoledì ci sono state 11.048 prenotazioni per il secondo booster, mentre ieri a mezzogiorno si era già a 5.606. In due giorni, oltre 20mila prenotazioni. Il bacino di pazienti potenziali over 60 è 1.492.488. E molti, com'è successo al PalaExpo a Mestre o all'ospedale Giustinian a Venezia, si sono presentati senza neanche prendere appuntamento. Addirittura problemi di viabilità a Belluno nelle vicinanze del drive in dove vengono effettuate le somministrazioni, tanto che per gestire la circolazione è stato necessario l'intervento di polizia locale e polizia di Stato. A Padova, poi, è stato deciso di tenere aperto fino a fine dicembre il padiglione in Fiera per far fronte a tutte le richieste di immunizzazione.
Il dato singolare è a questo boom di prenotazioni da parte degli over 60 non c'erano state adesioni analoghe da parte degli ultraottantenni.

Contro una media italiana del 9% di quarte dosi, il Veneto fino a ieri era infatti all'8,5%. Molto meglio avevano fatto Piemonte (24%), Emilia Romagna (17%), Toscama (10%), Lombardia (9%). La diffusione della variante Omicron 5 e l'aumento dei contagio deve aver convinto i sessantenni a immunizzarsi, ora che la fascia di età per la somministrazione dell secondo booster vaccino è stata abbassata.


LA TENDENZA
Per quanto riguarda i contagi, i numeri in assoluto a livello nazionale sono alti. I dati diffusi dal ministero della Salute indicavano anche ieri oltre 100.000 casi di Covid-19 e 105 morti, ma al di là dei numeri assoluti la tendenza a livello settimanale comincia a mostrare da alcuni giorni una crescita più lenta: sono segnali positivi, che suggeriscono che la fase di picco potrebbe non essere lontana. Il rallentamento della crescita dei casi è segnalato anche dalla Fondazione Gimbe, che nel suo monitoraggio relativo alla settimana fra il 6 e il 12 luglio indica che i casi si sono attestati a 728 mila, il 22,4% in più rispetto ai 595.300 della settimana prima e meno della metà rispetto alla crescita di oltre il 50% osservata nelle settimane ancora precedenti. «Si intravede il raggiungimento del picco, ma la durata del plateau e la successiva discesa della curva potrebbero essere molto lenti», osserva il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. Diverso l'andamento della curva dei ricoveri: fra il 6 e il 12 luglio sono aumentati del 21,5% nei reparti ordinari e del 16,1% nelle terapie intensive. Nello stesso periodo i decessi sono aumentati del 49%. Anche l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) ha rilevato un aumento dei ricoveri.
Nel mondo, intanto, la pandemia di Covid-19 continua a correre, come segnala l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms): i casi sono in aumento per la quinta settimana consecutiva e l'Europa è l'epicentro di questa ondata estiva. A preoccupare è l'incognita della nuova sottovariante di Omicron, la BA.2.75 arrivata dall'India, già soprannominata Centaurus.


LE RICHIESTE
Visti i contagi, si moltiplicano le proposte per far fronte a vaccinazioni e tamponi. In Veneto FederFarma - 284 farmacie aderenti che dal 1° luglio 2021 hanno somministrato oltre 133 mila dosi di vaccino anti-Covid - fa presente che si è ulteriormente esteso il protocollo regionale: «Anche le farmacie possono somministrare la seconda dose booster a tutte le persone di età pari o superiore ai 60 anni, ad eccezione dei soggetti con elevata fragilità», dice il presidente di Federfarma Andrea Bellon. Resta sempre da osservare l'intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla precedente somministrazione.
In consiglio regionale, invece, Francesco Bozza ed Elisa Venturini (Forza Italia) hanno chiesto di riaprire i centri tamponi delle Ulss oggi chiusi e di consentire alle farmacie di effettuare i test antigenici rapidi anche ai cittadini con sintomi da Covid 19.


LE CURE
Intanto, in base ai dati forniti da Aifa, il Veneto primeggia per l'utilizzo di anticorpi monoclonali per proteggere i pazienti fragili dal rischio di forme gravi di Covid. Al momento più di 70 pazienti alla settimana sono trattati con questa profilassi che è risultata efficace contro il virus. Il riconoscimento è arrivato da Senior Italia FederAnziani.
 

Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 10:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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