Omicron 5, Cauda (Gemelli): «La quarta dose evita la malattia grave, in attesa dei vaccini per più varianti»

L'infettivologo: "Omicron 5 non crea gli stessi problemi di Delta, ma se aumentano i casi gli ospedali possono andare in difficoltà"

Mercoledì 13 Luglio 2022 di Graziella Melina
Omicron 5, Cauda (Gemelli): «La quarta dose evita la malattia grave, in attesa dei vaccini per più varianti»

«La situazione pandemica è preoccupante. Sembra di giocare a scacchi con un avversario molto furbo che prevede le nostre mosse». L'unica strategia ora possibile, spiega Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, è quella di proteggere con un'altra dose di vaccino i pazienti fragili e le persone dai 60 anni in su.

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Quarta dose in piena ondata estiva?
«Un secondo richiamo di vaccino è necessario per aumentare soprattutto l'immunità di tipo cellulare.

La Food and Drug administration già il 29 marzo ne consigliava la somministrazione agli over 50 e agli over 12 fragili. A maggio l'Organizzazione mondiale della Sanità ha raccomandato il secondo richiamo per migliorare la risposta immunitaria nei 60enni».


I dati cosa dicono?
«In due studi condotti in Israele su oltre 1 milione di persone, tra gennaio e marzo, si era visto che la protezione nel prevenire la malattia grave era intorno al 70% e l'efficacia nel prevenire l'infezione pari al 50%. L'immunità nei confronti di questi virus è limitata nel tempo, si è calcolato che duri circa otto settimane. Quindi il secondo richiamo serve per ridurre il rischio grave di malattia».

 


Anche con Omicron c'è il rischio di finire in ospedale?
«È un dato di fatto che stiano crescendo i ricoveri. Forse Omicron 5 non ha la stessa patogenicità di Delta, ma aumentando la platea dei contagiati è inevitabile che prima o poi qualche soggetto fragile abbia bisogno di cure ospedaliere».


Meglio comunque avere una protezione recente?
«La durata di questo tipo di vaccinazione non vale per tutta la vita. Tenendo presente, poi, che in genere chi si ammala è protetto, in questo caso chi si ammala non ha una protezione estesa: chi si è infettato con Omicron 1, si può infettare con Omicron 5. E chi ha avuto la malattia durante la prima ondata, si può infettare adesso. Ecco perché le industrie farmaceutiche stanno lavorando a un vaccino che copra tutte le mutazione possibili».


I vaccini per la quarta dose non sono ancora aggiornati.
«Il vaccino tarato sul ceppo di Wuhan ha dimostrato un'enorme efficacia. Le mutazioni dello spike sono rilevanti per l'immunità umorale, quella legata agli anticorpi, ma molto meno per quella cellulare, cioè legata ai linfociti. Non dimentichiamo che quest'ultima risente molto meno delle mutazioni. E infatti il vaccino impedisce le forme gravi di malattia. Con il secondo richiamo, aumentiamo la prospettiva di difesa in soggetti che per età potrebbero avere un sistema immunitario meno vivace».


Quindi è bene non aspettare i vaccini nuovi?
«I vaccini tuttora disponibili hanno funzionato meglio con la prima mutazione. Poi via via c'è stato un calo di efficacia per quello che riguarda soprattutto l'infezione. Nei confronti della malattia grave hanno però funzionato bene. Non è tanto la benignità del virus che gioca a nostro favore, quanto la capacità del sistema immunitario di difenderci grazie ai vaccini».


Per chi si è ammalato, la quarta dose non serve?
«No, in questo caso la malattia viene considerata come un booster. Quindi, il paziente non deve fare nulla prima di 120 giorni. Così come chi fa il secondo richiamo adesso dovrà far passare altri 120 giorni. È una questione fisiologica del sistema immunitario».


A proposito, ma non faranno male tutte queste dosi?
«I dati di Israele indicano la sicurezza della seconda somministrazione. Comunque, si potrebbe verificare che in alcuni casi il sistema immunitario non risponde efficacemente allo stimolo del vaccino».


Anche con la quarta dose serviranno le mascherine?
«Certamente. I mezzi di protezione vanno sempre usati. Il virus ha una capacità di trasmissione molto elevata».

Ultimo aggiornamento: 07:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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