Tamponi, il giallo della super macchina del Veneto: introvabile, bloccata da Trump

Martedì 12 Maggio 2020
Tamponi, il giallo della super macchina del Veneto: introvabile, bloccata da Trump
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«Voglio quella macchina. Compratela, e se non riuscite a trovarla rubatela a Padova». Suonava più o meno così la battuta di un alto dirigente di una Regione italiana al suo staff. Parlava della super pipettatrice che ha permesso di far volare le analisi dei tamponi per la diagnosi del nuovo coronavirus in Veneto. Tutti la vogliono, tutti la cercano. Prodotta in California, ormai è introvabile, «per il blocco delle tecnologie ritenute strategiche voluto da Trump», in un'America alle prese con la pandemia di Covid-19. La macchina è diventata «un mito che si autoalimenta. Funzionari, manager di ospedali di diverse Regioni da Nord a Sud hanno chiesto informazioni» ai fortunati che sono riusciti ad accaparrarsela, cioè l'azienda ospedaliera universitaria di Padova.

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A raccontarlo è il direttore generale Luciano Flor. L'intuizione di poterla usare per eliminare il collo di bottiglia che rallenta il processo di analisi dei tamponi è nata proprio qui, dal virologo Andrea Crisanti. Erano i giorni più neri dell'epidemia di Sars-CoV-2 in Italia. «Ricordo di avergli chiesto: ma non c'è un modo rivoluzionario che ci permetta di fare più tamponi? Allora ne processavamo 1.200-1.300. Lui ha chiesto in giro, poi si è ricordato di questa macchina che era utilizzata per pipettare tutt'altro, non i virus, all'Imperial college di Londra». «L'idea mi ha convinto - prosegue - e gli ho detto fatti fare un preventivo, che poi è arrivato venerdì 20  marzo. Lunedì 23 è partito l'ordine, il 26 ce l'avevamo in ospedale». È stato, assicura Flor, «un colpo di fortuna. La macchina ci è arrivata dall'Olanda. Era una demo, nuova e perfettamente funzionante. Probabilmente non sarebbe andata così se avessimo dovuto aspettarla direttamente dalla fabbrica. Ora, che io sappia, nessuno riesce a comprarla. Abbiamo impiegato alcuni giorni, lavorando anche di sabato e di domenica, per la calibratura e martedì o mercoledì della settimana successiva ha cominciato a funzionare».

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Flor precisa: «La super macchina è solo una tappa. Per ottenere il risultato di amplificare al massimo la potenza di analisi dei tamponi serve tutto intorno una poderosa organizzazione di laboratorio. Certo, le stesse quantità garantite oggi da uno strumento che occupa 60 centimetri su un bancone avrebbero richiesto 20 metri lineari di macchine con tecnologie precedenti». Il superpotere? «Viaggiare al ritmo di 750 mila pipettate in 24 ore», calcola Flor. La brochure che presenta la macchina esalta la sua capacità di «accelerare la vita della ricerca scientifica». Nessun cenno ovviamente alla dote svelata da Covid-19. La differenza la fa il modo in cui viene movimentato il liquido: con gli ultrasuoni. «Siamo passati dal lavorare una piastra da 96 pozzetti in un'ora e mezza a una da 384 in 10-12 minuti», usando anche minori quantità di reagenti e moltiplicando quindi la quantità di test analizzabili con le scorte fatte. «Con certe macchine automatizzate puoi arrivare a fare un migliaio di tamponi al giorno o poco più e queste sono vincolate al loro specifico kit di reagente. Diverse ora sono ferme proprio perché c'è carenza, non si trovano i reagenti. Noi abbiamo ovviato al problema perché la macchina che abbiamo acquisito è una macchina aperta».
 



La spesa affrontata per velocizzare la catena dei tamponi a Padova «si aggira intorno ai 700-800 mila euro». La super macchina ha pesato per «304 mila euro Iva compresa». Ora, conclude Flor, «quello che penso è che non servano centinaia o migliaia di queste macchine, ma un certo numero limitato di laboratori attrezzati e con le risorse umane adeguate e la tecnologia collaterale necessaria per sfruttare al meglio un macchinario simile». Altrimenti l'effetto sarebbe quello di una cattedrale nel deserto.

 

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Il governatore Luca Zaia l'ha incensato anche ieri: "Il prof è un faro per noi".

Ma chi è davvero "l'uomo dei tamponi", definizione in cui peraltro il diretto interessato dice di non riconoscersi, preferendo descriversi piuttosto come "un pazzo arrivato dall'Inghilterra"?

Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 09:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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