VENEZIA - Cosa fa una famiglia se si trova improvvisamente a vivere con uno stipendio più basso e maggiori spese tra bollette e carrello al supermercato? Giocoforza, taglierà da qualche parte: la vacanza, la pizza, qualcuno addirittura il dentista.
LE PREOCCUPAZIONI
Tutto questo emerge dalla legge di bilancio 2024 approvata dal Consiglio dei ministri di Giorgia meloni lo scorso 16 ottobre e di cui solo da poche ore sta circolando una bozza. Con reazioni tutt’altro che benevole: come è stato detto all’assemblea annuale dell’Anci in corso a Genova, per la prima volta dopo sette anni vengono reintrodotti tagli agli enti locali, 200 milioni in meno per i Comuni, 50 milioni in meno per Province e Città metropolitane. «La spending review per i Comuni è una scelta politica sbagliata - ha detto a Genova il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro -. O meglio: non è sbagliato fare dei tagli, ma negli ultimi anni abbiamo vissuto aumenti che firma lo Stato come quello delle bollette elettriche dei contratti nazionali. Aumenti che poi noi dobbiamo pagare. Siamo vittime di questi aumenti e sono tre anni che non è stato fatto nulla anche considerando che bisogna poi sommare l’inflazione». Ma c’è anche un altro aspetto evidenziato da Rapicavoli ed è quello dell’adeguamento degli oneri contrattuali dei dipendenti pubblici: solo che per gli statali la copertura il governo l’ha messa, per i dipendenti comunali no. E questo significa che i soldi li devono trovare i sindaci, tagliando altre voci.
I TEMPI
E poi c’è la questione dei tempi. La giunta veneta di Luca Zaia ha approvato il bilancio 2024 a Ferragosto e ora la manovra sta per approdare in consiglio regionale. Con numeri, però, sbagliati: se saranno confermati i tagli, il Veneto dovrà rinunciare tra i 15 e i 20 milioni. Dicono che a Palazzo Balbi - dove tra l’altro ieri è stata approvata la Nota di aggiornamento al Defr - nessuno si aspettava una manovra del genere e che la questione sarà sottoposta alla Conferenza delle Regioni. Il paradosso, poi, è che i bilanci degli enti locali devono essere approvati entro il 31 dicembre e lo stesso dicasi della legge di bilancio statale che deve mettere i paletti per Comuni e Regioni. Si rischia un fare e disfare.