Tagli ai Comuni, Imu e tasse locali: rischio aumento nel 2024 in Veneto

Anche la Regione dovrà rinunciare ad una somma tra i 15 e i 10 milioni e rifare i conti

Giovedì 26 Ottobre 2023 di Alda Vanzan
Tagli ai Comuni, Imu e tasse locali: rischio aumento nel 2024 in Veneto

VENEZIA - Cosa fa una famiglia se si trova improvvisamente a vivere con uno stipendio più basso e maggiori spese tra bollette e carrello al supermercato? Giocoforza, taglierà da qualche parte: la vacanza, la pizza, qualcuno addirittura il dentista.

Ecco, i Comuni per il 2024 sono in questa situazione: solo di luce e gas spenderanno di più perché non ci sarà più il contributo statale avuto nel 2022 e nel 2023 per i rincari dell’energia e allo stesso tempo si troveranno ad avere meno entrate perché lo Stato vuole tagliare 250 milioni di euro agli enti locali. La conseguenza? Non è che ci siano poi tanti margini di finanza creativa: «Per far quadrare i conti - dice Carlo Rapicavoli, direttore di Anci Veneto - ai sindaci non resterà che tagliare i servizi: lo scuolabus, i trasporti pubblici, il sociale. Oppure aumentare le rette. O i tributi comunali». Ad esempio l’Imu, ammesso che non si sia già raggiunta l’aliquota massima. In Regione Veneto, pur disponendo di un bilancio di grandi numeri (18 miliardi di cui 10 per la sanità, ma appena 75 milioni per i programmi degli assessorati), la preoccupazione è analoga: si parla di tagli di 350 milioni per tutte le Regioni, a spanne sono tra i 15 e i 20 per il Veneto.


LE PREOCCUPAZIONI
Tutto questo emerge dalla legge di bilancio 2024 approvata dal Consiglio dei ministri di Giorgia meloni lo scorso 16 ottobre e di cui solo da poche ore sta circolando una bozza. Con reazioni tutt’altro che benevole: come è stato detto all’assemblea annuale dell’Anci in corso a Genova, per la prima volta dopo sette anni vengono reintrodotti tagli agli enti locali, 200 milioni in meno per i Comuni, 50 milioni in meno per Province e Città metropolitane. «La spending review per i Comuni è una scelta politica sbagliata - ha detto a Genova il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro -. O meglio: non è sbagliato fare dei tagli, ma negli ultimi anni abbiamo vissuto aumenti che firma lo Stato come quello delle bollette elettriche dei contratti nazionali. Aumenti che poi noi dobbiamo pagare. Siamo vittime di questi aumenti e sono tre anni che non è stato fatto nulla anche considerando che bisogna poi sommare l’inflazione». Ma c’è anche un altro aspetto evidenziato da Rapicavoli ed è quello dell’adeguamento degli oneri contrattuali dei dipendenti pubblici: solo che per gli statali la copertura il governo l’ha messa, per i dipendenti comunali no. E questo significa che i soldi li devono trovare i sindaci, tagliando altre voci.


I TEMPI
E poi c’è la questione dei tempi. La giunta veneta di Luca Zaia ha approvato il bilancio 2024 a Ferragosto e ora la manovra sta per approdare in consiglio regionale. Con numeri, però, sbagliati: se saranno confermati i tagli, il Veneto dovrà rinunciare tra i 15 e i 20 milioni. Dicono che a Palazzo Balbi - dove tra l’altro ieri è stata approvata la Nota di aggiornamento al Defr - nessuno si aspettava una manovra del genere e che la questione sarà sottoposta alla Conferenza delle Regioni. Il paradosso, poi, è che i bilanci degli enti locali devono essere approvati entro il 31 dicembre e lo stesso dicasi della legge di bilancio statale che deve mettere i paletti per Comuni e Regioni. Si rischia un fare e disfare.
 

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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