L'orso attacca in Val di Sole, puledra assalita di notte e salvata dal resto della mandria. A Nordest 271 aggressioni

Martedì 27 Giugno 2023 di Angela Pederiva
L'orso attacca in Val di Sole, puledra assalita di notte e salvata dal branco. A Nordest 271 aggressioni

Gli squarci sono stati suturati, ma lo strappo fra esseri umani e grandi predatori a Nordest si è riaperto ancora una volta. Nella notte fra sabato e domenica, in una malga della Val di Sole, una puledra è stata aggredita da un plantigrado: a denunciarlo sui social, con tanto di documentazione fotografica, è stata ieri la responsabile della stalla. «Grazie orso hai lasciato il segno», ha commentato con amarezza Nora Sani, riaccendendo il dibattito sulla convivenza fra le diverse specie, a pochi giorni dal deposito dell'ordinanza con cui il Tar di Trento ha respinto la sospensiva dei decreti di abbattimento di Jj4 e Mj5 chiesta dagli animalisti, in attesa che fra un paio di settimane sul tema si esprima il anche il Consiglio di Stato.

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DENTI E UNGHIATE
Il post di Nora, che insieme al compagno Mirco gestisce malga Bronzolo a Mezzana, riguarda una giovane cavalla: non ha nemmeno due mesi. «Il suo branco (e lo stallone soprattutto) sono riusciti a salvarle la vita ha scritto la donna ma le ferite sono molto gravi.

Nella carne il segno profondo dei denti e le unghiate. 7 lunghe ore di operazione tra pulire la pelle e i muscoli e cucire la carne, un super veterinario per un super risultato». Su indicazione del professionista, è stato allertato il Corpo forestale, per la conferma dell'aggressione da parte di un orso.


Il fatto ha surriscaldato la discussione: gli amici della famiglia di imprenditori sono intervenuti per sollecitare una soluzione al problema delle predazioni. «Speriamo facciano in fretta perché se no...», ha risposto la malgara. E a chi augurava ironicamente agli animalisti di fare «una chiacchierata con Yoghi e Bubu, tra una birra ed un selfie, da veri turisti», lei ha replicato con tristezza: «Mi piacerebbe vederli mentre fanno questa passeggiata».

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MAPPA
La vicenda è stata prontamente inserita dagli attivisti di Epm (European predation map) nella "Carta europea delle predazioni", una mappa mobile che aggiorna costantemente le segnalazioni in tutto il continente, spesso a partire dagli articoli della stampa. Attualmente nella zona del Nordest ne vengono segnati 271, con l'indicazione del luogo e della data, fra cui «un lupo sulla strada che porta a Lamon», «in centro a Pedavena sbranata una capra», «a Feltre tre pecore morte», «a Pederobba avvistamenti del lupo» e via di questo passo.


GIUDICI
Gli episodi imputati agli orsi sono meno numerosi, ma in questi mesi hanno catalizzato l'attenzione dell'opinione pubblica, soprattutto dopo la morte di Andrea Papi. Sul destino di Jj4 (e di Mj5) pende l'ordine di soppressione decretato dal presidente Maurizio Fugatti e sospeso fino al prossimo 13 luglio, quando si pronuncerà il Consiglio di Stato. Nell'attesa il Tar ha reputato legittimo l'operato di Trento per due motivi. Da un lato, «il Presidente della Provincia ha correttamente ritenuto di ascrivere la condotta dell'orsa denominata Jj4 al parametro di pericolosità n. 18 del Pacobace, corrispondente al massimo livello ivi contemplato, e quindi di adottare una misura energica adeguata, qual è - per l'appunto - quella dell'abbattimento». Dall'altro, «non sussistono nel territorio della Provincia di Trento strutture idonee alla captivazione permanente dell'animale». Le associazioni che sostengono gli orsi hanno dichiarato di essere pronte ad organizzare e finanziare il trasferimento dell'esemplare in un rifugio in Romania, ma i giudici hanno puntualizzato che la Provincia dovrà valutare queste iniziative, «se e quando tali proposte saranno presentate».


Per il resto, il Tribunale amministrativo regionale ha smontato i dubbi sull'identificazione scientifica di Jj4 da parte della Fondazione Mach, «perché le risultanze di tale esame sono state già vagliate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trento», così come ha definito «una mera illazione» l'idea che «l'esame della distanza dei canini del morso presente sul cadavere del giovane sarebbe più attendibili rispetto all'esame dei campioni genetici».

Ultimo aggiornamento: 18:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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