Il Nordest locomotiva traina il Paese: il Pil è cresciuto del 4,2 per cento

Martedì 4 Luglio 2023 di Maurizio Crema
Fabbrica

VENEZIA  - Il Nordest è tornato la locomotiva d’Italia con una crescita del Pil del 4,2%. Lo certifica l’Istat rendendo noti i risultati dello scorso anno, chiuso con un + 3,7% complessivo dell’economia italiana che ha corso a un ritmo più veloce della media europea, facendo meglio in particolare di Francia e Germania. Anche il Centro Italia ha registrato un andamento migliore degli altri territori. Le stesse due macro-aree sono quelle in cui c’è stato un più vistoso aumento dell’occupazione, col record del Nordest (Triveneto più Emilia Romagna) del + 2,4%.
A distanza di sei mesi dalla fine del 2022, l’istituto di statistica fornisce le prime stime su prodotto e occupazione a livello territoriale.

Per quanto riguarda il Pil, il Nordest (che nel 2021 aveva avuto un risultato inferiore a quello nazionale) fa segnare invece un + 4,2%, seguito a ruota dal Centro con il + 4,1%. Vanno più piano il Mezzogiorno (+3,5%) e soprattutto il Nordovest (+ 3,1%), area quest’ultima che comprende la Lombardia che nel 2021 aveva dato il maggior impulso alla vigorosa ripresa post-pandemica. Stavolta invece il risultato è oltre mezzo punto al di sotto della media nazionale.

LA CLASSIFICA
La classifica risulta sostanzialmente confermata se guardiamo alla variazione del numero degli occupati. A livello nazionale, l’incremento è stato dell’1,7 per cento, ma la crescita occupazionale è stata più robusta nelle regioni del Nordest e del Centro, con incrementi pari rispettivamente al 2,4% e all’1,9%. Il segno è ugualmente positivo, ma meno marcato, nel Nordovest (+1,6%) e nel Mezzogiorno (+1,2%): in entrambi i casi si tratta di un andamento peggiore di quello medio italiano.
Tra i diversi settori della produzione è sempre l’edilizia a farla da padrone anche presumibilmente grazie alla stagione degli incentivi (superbonus, sconti in fattura) che hanno interessato il settore. Le costruzioni - spiega infatti l’Istat - hanno continuato anche nel 2022 ad essere il settore più dinamico (+10,2% il valore aggiunto nazionale delle costruzioni), registrando al Nord il risultato migliore, con una crescita del valore aggiunto del 10,8% nel Nordovest e del 10,7% nel Nordest (area che comprende Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige). Anche per il Centro si registra un contributo importante alla crescita economica dal settore delle costruzioni (+ 8%), che in quest’area però registra un aumento meno rilevante rispetto alla media nazionale. Mentre nel Mezzogiorno il settore delle costruzioni si conferma quello più dinamico, con una crescita del valore aggiunto che si attesta al 10,5%.
Ma si tratta di un dato, quello del 2022, destinato a cambiare nelle prossime proiezioni condizionato dai recenti eventi calamitosi che hanno fortemente colpito il tessuto emiliano romagnolo. L’Emilia Romagna, con un prodotto interno lordo pari a circa 119 miliardi di euro, contribuisce a formare circa il 40% del Pil dell’area Nord Orientale e l’8,8% del Pil nazionale. Ma i danni alle infrastrutture, alle aziende e alle campagne sono stati ingenti e si sono attestati a circa 9 miliardi.
Anche nel Nordest sono commercio, pubblici esercizi, trasporti e telecomunicazioni a tirare con più forza la ripresa (+ 11,9%). Ma vanno bene, con percentuali di crescita superiori alla media nazionale, anche i servizi finanziari immobiliari e professionali, con una crescita degli occupati nel Nordovest e nel Nordest, rispettivamente, del 3,9% e del 3,3%.
Il Nordest e il Centro sono poi le due aree in cui si trova un valore positivo per l’agricoltura (rispettivamente +2% e +0,5%). A livello nazionale questo settore, che ha un peso molto limitato nel Pil complessivo, presenta una tendenza negativa (-1,8%).

IL RALLENTAMENTO
Una fotografia a tinte positive quella scattata dall’Istat che deve fare i conti con i rischi di un rallentamento dell’economia che si sta verificando in tutte le regioni italiane: i salari reali calano per effetto dell’inflazione (anche se in frenata), ma aumentano i tassi di interesse per prestiti e mutui, la stretta monetaria si inizia a far sentire. Peserà oltretutto la recessione già registrata in Germania. Paese verso il quale proprio il Nordest esporta moltissimo.
 

Ultimo aggiornamento: 16:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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