Un milione per il registro delle badanti, la proposta in Consiglio

Venerdì 7 Aprile 2017 di Alda Vanzan
Il Consiglio Regionale in seduta
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VENEZIA - Potrebbe chiamarsi Legge Edi. Perché se il consiglio regionale del Veneto approverà la proposta di legge illustrata l'altra mattina in Quinta commissione sul registro delle badanti, il merito sarà di una donna trevigiana di Cordignano, Edi Chech. «È la presidente dell'associazione Oasi Federico - racconta Riccardo Barbisan, il consigliere della Lega primo firmatario del provvedimento - Una donna piena di energia che non si rassegna alla sua disabilità. È stata di fatto lei a ispirare l'istituzione del registro delle badanti quando mi ha raccontato che si è stancata di venire ricoverata in ospedale ogni volta che la signora che la segue va in vacanza. Non so a chi rivolgermi, mi ha raccontato, spiegandomi che se ci fosse un registro delle professionalità sarebbe più semplice per tutti: per chi ne ha bisogno, ma anche per gli ospedali e i pronto soccorso che eviterebbero accessi facilmente evitabili».
È così che è nato il progetto di legge, che secondo Barbisan potrebbe essere approvato prima dell'estate per diventare operativo, magari partendo da alcune Ulss, entro l'anno. La finalità del Registro regionale degli assistenti familiari è semplice: presentandosi in uno specifico sportello (da istituire) del proprio Comune o meglio ancora collegandosi on line si potrà conoscere l'elenco delle badanti suddiviso per Ulss e per capacità professionali acquisite dalle stesse n base all'esperienza. Le Ulss organizzeranno poi, direttamente o attraverso altri soggetti, dei corsi di formazione. «Lo sportello nei Comuni - spiega Barbisan - avrà il compito di aiutare le famiglie anche nelle pratiche burocratiche per l'assunzione». E siccome uno degli obiettivi della legge è pure di far emergere il lavoro nero, sono previsti dei contributi alle famiglie per le spese relative all'assicurazione professionale e il pagamento della previdenza. Il testo originario prevedeva uno stanziamento di 5 milioni di euro, ma - spiega Barbisan - a causa delle ristrettezze di bilancio l'importo è stato diminuito a 1 milione.
Secondo una ricerca elaborata e recentemente confermata dal Censis - dice Barbisan - il numero dei collaboratori che prestano servizio presso le famiglie, con formule e modalità diverse, è passato a livello nazionale da poco più di un milione nel 2001 all'attuale 1 milione 655 mila (+53%), registrando la crescita più significativa nella componente straniera, che oggi rappresenta il 77,3% del totale dei collaboratori. Sempre secondo la ricerca, sono 2 milioni 600 mila le famiglie (il 10,4% del totale) che hanno attivato servizi di collaborazione, di assistenza per anziani o persone non autosufficienti. E si stima che, mantenendo stabile il tasso di utilizzo dei servizi da parte delle famiglie, il numero dei collaboratori salirà a 2 milioni 151 mila nel 2030 (circa 500 mila in più). In Veneto le badanti sono circa 100 mila di cui oltre un terzo, 38 mila, non ha un rapporto di lavoro regolare. «Il Registro regionale degli assistenti familiari - dice Barbisan - sarà lo strumento utile a promuovere l'incontro tra domanda e offerta, a formare il personale e a far emergere il nero».
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Ultimo aggiornamento: 10:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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