Il "caso molestie" nelle stanze della Regione Fvg e le accuse di scaricabarile: è bufera

Il capo dell'Agenzia di stampa del Consiglio regione del Friuli Venezia Giulia si difende: "Tutto falso"

Martedì 26 Marzo 2024 di Loris Del Frate
un'immagine di repertorio del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia

TRIESTE - Molestie e comportamenti antisindacali, frasi sessiste e disorganizzazione scaricata sui sottoposti. Irrompe come il vento di bora nelle stanze della Regione Fvg un caso decisamente spinoso che vede contrapposti il direttore responsabile dell'Acon (Agenzia quotidiana di stampa - Consiglio notizie), Fabio Carini e il vicepresidente del consiglio regionale, il dem Francesco Russo. Proprio quest'ultimo, nel corso di una conferenza stampa che ha tenuto la scorsa settimana, aveva puntato il dito contro il giornalista a fronte di segnalazioni rilasciate da colleghe giornaliste sottoposte del direttore responsabile. Tre di loro, infatti, si erano rivolte al segretario regionale del Consiglio, facendo mettere a verbale di aver subito, da parte del direttore responsabile, vessazioni lavorative e molestie sessuali. Un caso delicato, dunque, ma che il consigliere regionale del Pd, Francesco Russo, aveva voluto rendere pubblico con la conferenza stampa, sollevando un polverone in Regione.

Il direttore di Acon si era rivolto a un legale, forte del fatto che a suo carico non ci sono - allo stato - denunce penali, ribaltando la situazione e spiegando che "non solo è tutto falso", ma che ora il consigliere dem dovrà rispondere di quanto fatto.


Russo: «Costretto a fare quella conferenza»

Ieri la vicenda ha fatto registrare una nuova impennata. «Mi sono visto costretto a fare quella conferenza stampa - ha spiegato Francesco Russo - perché ho avuto il timore che il caso venisse insabbiato. Avevo seguito la strada legata al silenzio che la situazione imponeva - va avanti - presentando una interrogazione riservata alla giunta regionale. Dopo 45 giorni, però, nessuno aveva ancora risposto. A quel punto ho deciso di rendere pubblica la vicenda e - guarda caso - il giorno successivo alla conferenza stampa è arrivata la risposta scritta alla mia interrogazione. La vera questione - ha spiegato il consigliere Russo - è legata al fatto che nonostante le segnalazioni circostanziate verbalizzate da un dirigente regionale, la situazione non si è mossa».


Il verbale finito nel cassetto

In realtà, come si legge nella risposta, la vicenda aveva avuto un seguito, ma per una serie di incongruenze burocratiche, nessuno in Regione avrebbe la possibilità di decidere come intervenire. E quel verbale era finito in qualche cassetto. Il consigliere Russo, infatti, aveva chiesto se fossero state attivate indagini e conseguenti procedimenti disciplinari nei confronti del direttore dell'Acon. «L'ufficio procedimenti disciplinari - si legge - ha ricevuto, a mezzo mail, in data 15 febbraio, nel rispetto dei tempi previsti (il verbale era stato redatto il 4 dello stesso mese, ndr.) una segnalazione finalizzata all'attivazione di un procedimento disciplinare. L'ufficio competente, pertanto, ha valutato la percorribilità alla luce del contratto applicabile. L'interessato è attualmente titolare di due rapporti di lavoro, entrambi in essere con l'amministrazione regionale, di cui uno a tempo indeterminato, con collocazione in regime di aspettativa in correlazione alla titolarità del secondo rapporto di lavoro, quest'ultimo a tempo determinato».
Si tratta del rapporto fiduciario con il quale la giunta regionale ha nominato Fabio Carini direttore responsabile elevandolo, quindi, al ruolo di dirigente. E qui scatta il problema. «Si ricorda - prosegue la risposta dell'ufficio procedimenti disciplinari - che il contratto della dirigenza di comparto non prevede attualmente un regime di sanzioni disciplinari al pari del contratto previsto per i dipendenti non dirigenti. Ai dirigenti, pertanto, possono essere applicate esclusivamente le sanzioni conservative previste dalla riforma Brunetta. Nella fattispecie non sono state ritenute dall'ufficio procedimenti disciplinari attinenti al caso. L'ufficio dei procedimenti disciplinari ha, pertanto, ritenuto di non poter intervenire in ordine ai fatti di cui trattasi». Burocratese stretto per dire che non è di competenza di quell'ufficio, tra l'altro unico in Regione che può prevedere sanzioni nei confronti dei dipendenti, procedere con eventuali provvedimenti disciplinari verso il direttore.

Le prossime mosse

«A fronte di questo palese scaricabarile - ha concluso il consigliere dem - ho già richiesto la convocazione dell'Ufficio di presidenza del consiglio regionale per capire, nel dettaglio, chi deve essere, quindi, a prendere in mano la questione e a valutare se ci sono stati comportamenti lesivi della dignità delle colleghe. Il tutto anche per tutelare l'immagine dello stesso direttore di Acom». Sempre ieri sono scesi in campo pure l'Ordine dei giornalisti e la Federazione della stampa, chiedendo alla Regione di "aprire una procedura amministrativa perché si verifichi la fondatezza di presunti atti di molestie avvenuti nella struttura regionale di stampa del Consiglio Fvg". Siamo solo all'inizio.

Ultimo aggiornamento: 10:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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