Salvati con il parapendio, uccisi da un ciclone: «Gli ibis vittime dei disastri climatici»

Giovedì 15 Dicembre 2022 di Angela Pederiva
Salvati con il parapendio, uccisi da un ciclone: «Gli ibis vittime dei disastri climatici»
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VENEZIA - I genitori adottivi umani li avevano allevati e addestrati, gli esperti li avevano accompagnati in volo con i parapendii gialli, i sostenitori tramite un'app in diretta ne avevano seguito la lunga migrazione e segnalato le eventuali deviazioni. Ma contro gli effetti del cambiamento climatico, c'è stato ben poco da fare: il ciclone Denise, che fra il 21 e il 22 novembre aveva investito una vasta area fra la Corsica e la Toscana, in una sola notte ha ucciso 27 esemplari di ibis eremita, la specie in via di estinzione a cui è dedicato il progetto europeo Reason for hope, che nei mesi scorsi aveva coinvolto pure il Nordest.

La conta delle perdite è stata completata in questi giorni, ma è terminato il recupero delle carcasse, finalizzato anche a condurre una valutazione scientifica sul futuro dell'iniziativa.


LE RICERCHE
Verso le fine dell'estate, fra l'Alto Adige e il Veneto era transitata la curiosa carovana aerea, proveniente dalla Germania e dall'Austria: i 26 volatili si erano accodati ai velivoli della campagna per raggiungere l'area di svernamento allestita nell'oasi Wwf della laguna di Orbetello (Grosseto). Ma anche questo sito è stato gravemente colpito dalla tempesta, come hanno spiegato i promotori del programma scientifico Waldrapp, incardinato all'Università di Vienna e dedicato all'ibis eremita: «Finora, a causa del terreno accidentato, sono stati trovati solo tre uccelli morti. Per gli altri uccelli colpiti, si conosce solo la posizione dell'ultima coordinata trasmessa dai loro dispositivi Gps». La responsabile Corinna Esterer si è recata sul posto per cercare gli animali con l'aiuto di un cane da pista, nel frattempo è stato chiesto l'aiuto degli specialisti per cercare gli apparecchi satellitari con i metal detector. «Abbiamo perso le speranze che qualcuno degli uccelli sia ancora vivo. Ciononostante hanno sottolineato gli appassionati speriamo di capire meglio le cause e la dinamica degli incidenti. Per ora ci limitiamo solamente ad ipotizzare cosa sia successo sulla base dei dati disponibili. Le posizioni degli uccelli persi sono ampiamente distribuite all'interno dell'oasi Wwf e arrivano fino a 3 chilometri a est. Una singola posizione si trova addirittura a 5 chilometri di distanza. Si ipotizza quindi che gli uccelli siano stati disturbati dai loro posatoi notturni nell'oasi durante il ciclone e siano stati catturati dalla tempesta. È probabile che lo sfinimento e i traumi da collisione abbiano portato alla morte. L'autopsia dei due corpi ritrovati conferma questa ipotesi».


UN TERREMOTO
Un brutto colpo per la squadra di volontari Bentornato ibis, fra i quali il bassanese Dino Pianezzola: «È un terremoto per il progetto». Evidenziano ancora i promotori: «Questo è il primo anno nella storia del progetto in cui la popolazione non crescerà. Ciò che ci preoccupa maggiormente in questo contesto è la previsione che il numero e l'intensità di tali disastri ambientali aumenteranno in futuro a causa dei cambiamenti climatici. Ora e stiamo discutendo le possibili misure per compensare questi effetti e garantire la sopravvivenza sostenibile della popolazione rilasciata».
 

Ultimo aggiornamento: 09:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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