Il ritorno dell'Ibis eremita a Nordest scortato dal deltaplano

Sabato 3 Settembre 2022 di Angela Pederiva
Il ritorno dell'Ibis eremita a Nordest scortato dal deltaplano
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VENEZIA - I cieli del Nordest questa settimana sono stati solcati da una curiosa carovana: 2 deltaplani gialli a motore e 26 esemplari di ibis eremita.

Una specie migratrice considerata a grave rischio di estinzione nel mondo, dopo che è già sparita dall'Europa Centrale a metà del diciassettesimo secolo, a causa della caccia di frodo e dell'utilizzo di fitofarmaci. Ma il progetto comunitario Reason for hope dà appunto una ragione di speranza alla sopravvivenza di questi volatili, attraverso l'accompagnamento fra Germania, Austria e Italia che ha permesso finora di salvarne 280: gli ultimi sono arrivati ieri in Toscana, dopo un avventuroso transito fra l'Alto Adige e il Veneto.


LA REINTRODUZIONE
A raccontare i retroscena del rocambolesco passaggio nordestino è il bassanese Dino Pianezzola, componente della squadra di volontari Bentornato Ibis che ha supportato anche questa quindicesima edizione dell'operazione. Il piano di reintroduzione dell'ibis eremita ha infatti una storia ventennale: prima uno studio di fattibilità iniziato nel 2003, poi un primo co-finanziamento dell'Unione Europea dal 2014 al 2019, quindi una seconda programmazione prevista dal 2022 al 2028. Lo schema è ormai consolidato: i pulcini nati nello zoo di Schönbrunn a Vienna vengono allevati a mano da genitori adottivi umani e allenati a seguire in volo i deltaplani, che li portano all'area di svernamento comune allestita nell'oasi Wwf della laguna di Orbetello (Grosseto). Il viaggio viene seguito in diretta dagli appassionati attraverso l'app Animal Tracker. «In pratica spiega Pianezzola ricostruiamo la memoria storica degli ibis, aiutandoli a ricordare la rotta affinché possano trasmetterla geneticamente ai loro figli. A partire dalla seconda generazione, infatti, questi uccelli imparano a migrare autonomamente, anche se continuano ad essere monitorati dagli esperti tramite dispositivi Gps applicati sulla loro schiena. Fondamentale è il ruolo delle mamme che li seguono fin dalla schiusa delle uova, due biologhe austriache che stanno con loro giorno e notte, salendo a bordo dei velivoli con i piloti e assistendoli in auto quando occorre».


IL MALTEMPO
È servito appunto nell'attraversamento dei giorni scorsi, che avrebbe dovuto fare tappa a San Zenone degli Ezzelini (Treviso). Invece è stato necessario spostare l'atterraggio a Sarego (Vicenza) e quindi il decollo a Montagnana (Padova), intervenendo anche da terra per trasportare gli uccelli infortunati o disorientati. «A causa del maltempo specifica Pianezzola il transito sopra le Alpi è stato particolarmente difficoltoso, tanto da comportare uno stop di 8 giorni. Gli ibis hanno perso l'addestramento e sono andati in confusione, perciò è stato cambiato l'itinerario». A tratti alcuni volatili dopo il tramonto non sono riusciti a trovare la strada per tornare alla voliera, al punto da fermarsi a dormire sugli alberi e sui tetti. Di conseguenza sui social sono stati lanciati gli appelli per segnalare gli eventuali avvistamenti, dopo che ad esempio Claudia, Jonas e Konrad (ciascuno viene identificato con un nome) erano stati notati per l'ultima volta a Collepietra nei pressi di Bolzano. Alla fine comunque tutti e 26 sono arrivati a destinazione, compresa Pinella che è arrivata in macchina a causa dell'infortunio a un'ala. Gli esemplari si riproducono in 4 colonie distribuite tra il lago di Costanza, la regione di Salisburgo e la Carinzia, con l'aggiunta da quest'anno di un sito a volo libero nel Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona).
 

 

Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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