Grandi opere, sparisce la Mestre-Orte
Confermati Mose e Pedemontana

Mercoledì 8 Aprile 2015
Grandi opere, sparisce la Mestre-Orte Confermati Mose e Pedemontana
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Molte novità per il Nordest dopo che il neo ministro Graziano Delrio ha illustrato a Renzi l'allegato Infrastrutture al Def, ovvero il documento che fotografa lo stato dell'arte della legge obiettivo e indica le linee guida della politica infrastrutturale, è pronto per il varo. Contiene l'elenco delle 51 opere considerate prioritarie per il Paese, i costi complessivi per realizzarle - 76,3 miliardi - le risorse disponibili 50,6 miliardi (6,9 quelle messe in campo dai privati) e il fabbisogno triennale per chiudere i progetti (3,4 miliardi).

Uno schema messo a punto dal neo ministero e condiviso con Padoan (Economia) e Palazzo Chigi, ma che da qui a venerdì sarà ulteriormente sfoltito. Per la verità la discontinuità con il passato è già evidente.

Le 51 opere indicate - dal Mose all'alta velocità Napoli-Bari, dai porti alle metroplitane fino alle reti idriche - sono il frutto di una rigorosa dieta dimagrante visto che il precedente piano monstre comprendeva 400 interventi per quasi 380 miliardi di spesa.

Nella nuova griglia targata Delrio non c'è però, ed è una sorpresa, la superstrada Orte-Mestre.

Ci sono invece, tra strade e autostrade, la Pedemontana Lombarda (costo 4,1 miliardi) e quella Veneta (2,5 miliardi), la tangenziale Est di Milano (1,6 miliardi), l'A12 Roma-Latina (2,7 miliardi) il completamento della Salerno-Reggio Calabria, la statale Jonica 106 (6,3 miliardi), il quadrilatero Marche-Umbria (2,1 miliardi), l'Agrigento-Caltanissetta.

Complessivamente gli interventi arrivano a 30,4 miliardi, 19,9 già disponibili e 6,8 miliardi frutto degli investimenti dei gruppi privati.

11 le opere ferroviarie considerate strategiche, tra cui il Brennero (4,4 miliardi), l'alta capacità Brescia-Verona, il nodo di Verona. Per un costo totale di 28,2 miliardi, mentre la disponibilità di cassa è di circa 15. La selezione delle opere, spiegano a Palazzo Chigi, è avvenuta in base a due criteri previsti dall'articolo 161 del codice degli appalti: l'inserimento nei corridoi infrastrutturali europei e la capacità di attrarre capitali privati.

Un capitolo a parte merita il Mose, il cui stato di avanzamento lavori è ormai all'80%. Nel documento viene indicato anche un costo finale di 5,4 miliardi (5,2 disponibili) e la fine dei lavori nel 2017, con un fabbisogno triennale di 221 milioni per mettere definitivamente in salvo Venezia.

Ultimo aggiornamento: 15:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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