Coronavirus. La curva si impenna di nuovo. Ipotesi emergenza: 31 ottobre

Giovedì 23 Luglio 2020
Coronavirus. La curva si impenna di nuovo. Ipotesi emergenza: 31 ottobre
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Nel giorno in cui in Italia la curva dell'epidemia ha ripreso a impennarsi, la maggioranza giallorossa si è riunita per studiare l'ipotesi di prorogare al 31 ottobre lo stato di emergenza. Il tema è stato discusso ieri sera, nella riunione a Palazzo Chigi fra i capidelegazione e il premier Giuseppe Conte, prima della seduta in cui il Consiglio dei ministri è stato chiamato ad affrontare il nodo dello scostamento di bilancio. La notizia è rimbalzata in Veneto nelle ore in cui è tornato a salire il conto delle persone in isolamento domiciliare: ora sono 2.180, a fronte di 36 nuovi casi, tra i quali va contemplata anche la situazione di Pianiga, nel Veneziano, dove una dipendente del Comune è risultata positiva benché asintomatica, per cui è scattata la misura preventiva nei confronti dei suoi 9 suoi colleghi di ufficio.

LA SCADENZA
Per quanto riguarda l'emergenza, la delibera dello scorso 31 gennaio ha una durata di sei mesi, per cui la scadenza è fissata al 31 luglio. Dunque il Governo ha ancora una settimana di tempo per formalizzare il prolungamento del provvedimento «in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili», il che renderebbe ancora possibile l'emanazione di ordinanze «in deroga a ogni disposizione vigente» da parte del capo-dipartimento della Protezione Civile e cioè di Angelo Borrelli. Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali e Italia Viva hanno però voluto fare già il punto, date anche le divisioni interne alle stesse forze della coalizione sull'iniziale idea di arrivare al 31 dicembre. Per il momento è stato immaginato un allungamento di altri tre mesi, in modo da poter pianificare fin da subito le misure emergenziali nel settore della scuola, in vista della riapertura in sicurezza a settembre. In ogni caso l'argomento verrà poi dibattuto e votato in Parlamento.


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IN VENETO
Per il momento, i contagi continuano a fioccare, anche se in misura relativamente contenuta rispetto ai mesi scorsi. Per quanto concerne il Veneto, il bollettino segnala 19.713 casi dall'inizio dell'epidemia (altri 30 al mattino e 6 al pomeriggio) e 2.062 vittime (6 in più del giorno prima). I ricoverati in area non critica salgono a 119 (di cui 88 già negativizzati), mentre quelli in Terapia Intensiva rimangono (di cui 5 positivi). Le persone con sintomi restano una minoranza anche rispetto al totale di quelle in quarantena, che però aumentano di 353 unità, così come i soggetti attualmente infetti nel complesso passano a 649 (+24).

IN FRIULI VENEZIA GIULIA
Sono invece 2 i nuovi contagiati rilevati in Friuli Venezia Giulia, dove il totale va aggiornato a 3.360, di cui 119 ancora positivi. Nessun paziente è in cura in Terapia Intensiva e 8 rimangono i degenti in altri reparti. Fortunatamente non sono stati registrati nuovi decessi (345 in totale). I totalmente guariti ammontano a 2.896, i clinicamente guariti sono 21 e le persone in isolamento risultano 90.


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IN ITALIA
Considerando l'Italia nel suo complesso, i nuovi casi sono più che raddoppiati nel giro di ventiquattr'ore, passando da 129 a 282. Il totale delle persone colpite dal Covid, in questi cinque mesi, sale così a 245.032, anche se scende la variazione dei decessi: 9 anziché 15, per un totale di 35.082 vittime. Le infezioni diagnosticate in giornata si concentrano soprattutto in Emilia Romagna (57), seguita da Lombardia (51) e appunto Veneto (36). Quest'ultima cifra è totalizzata pure dalla Basilicata, regione a zero contagi nei giorni scorsi, anche se 33 di questi fanno parte di un gruppo di migranti già in quarantena.


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I FONDI
Una situazione simile a quella avvenuta a Jesolo, su cui torna a intervenire Erika Baldin, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, chiedendo strutture dedicate per le quarantene: «La Regione non si chiami fuori, ma collabori con lo Stato per evitare tensioni sociali e boomerang mediatici». Nel frattempo la stessa Baldin, con i colleghi Jacopo Berti, Manuel Brusco e Simone Scarabel, ironizza sulla decisione degli altri gruppi consiliari di destinare alle necessità sanitarie i fondi non utilizzati: «Noi abbiamo restituito quasi 600mila euro in cinque anni, laddove oggi, solo a seguito dell'emergenza Covid, la politica regionale si decide a rinunciare a un po' dei suoi soldi. Lo facciamo fin dal primo giorno del nostro mandato: devolviamo a progetti sociali, a fondi pubblici per le imprese il risultato dei tagli dei nostri stipendi e i finanziamenti ai gruppi politici che altri partiti volentieri incassano». Andrea Bassi, capogruppo di Fratelli d'Italia, rivendica però il merito della legge che ha disposto questa donazione, «frutto dell'approvazione del nostro ordine del giorno che aveva impegnato all'unanimità l'aula: oggi, grazie a questa azione, l'ammontare dei fondi complessivi restituiti dai tredici gruppi consiliari supera il milione e mezzo di euro».
A.Pe.

Ultimo aggiornamento: 11:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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