Covid. Il giallo del virus cinese: «Unico caso a Padova: un paziente colpito dallo stesso ceppo dei coniugi di Wuhan»

Giovedì 23 Luglio 2020 di Angela Pederiva
Covid. Il giallo del virus cinese: «Unico caso a Padova: un paziente colpito dallo stesso ceppo dei coniugi di Wuhan»
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Coronavirus Veneto. A cinque mesi dall'inizio dell'emergenza, in Veneto spunta il giallo del virus cinese. Nel tampone di un ricoverato al policlinico universitario di Padova in marzo, è stato identificato un ceppo simile a quello della coppia di turisti sbarcati in gennaio da Wuhan e curati all'istituto Spallanzani di Roma, dunque diverso da quello che ha causato la gran parte della pandemia nel mondo, approdato a Codogno da Monaco: un caso unico nel suo genere, su un totale di 59 campioni analizzati in vari ospedali del Nord e Centro Italia, al punto da rappresentare un enigma per gli stessi scienziati, tanto più perché il paziente esclude di aver fatto viaggi e di aver avuto contatti riguardanti l'Asia.

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La clamorosa rivelazione è contenuta nello studio pubblicato l'altro ieri sulla rivista specializzata Viruses ed è stata annunciata martedì sera durante il programma televisivo Cartabianca dall'infettivologo lombardo Massimo Galli, fra gli autori della ricerca insieme alla collega veneta Anna Maria Cattelan: «È una roba che non sappiamo da dove accidenti sia arrivata e non sappiamo nemmeno se si sia diffusa».

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Covid, il ceppo dei coniugi cinesi

Per raccontare questa storia, occorre tornare al 31 gennaio, quando il Coronavirus viene riscontrato per la prima volta in Italia nei due coniugi cinesi, atterrati a Malpensa il giorno 23, ospiti quella notte di un albergo a Verona e ripartiti il 24 con il resto della comitiva, finché il 30 nella Capitale si sente male il marito e poi risulta contagiata anche la moglie. I primi casi autoctoni di Covid-19 vengono invece osservati a partire dal 21 febbraio, quando scoppia il focolaio di Codogno (e pure quello di Vo', con la morte di Adriano Trevisan). Il virus lombardo viene sequenziato geneticamente e non mostra alcuna relazione con il ceppo di Wuhan. Come ricorda appunto lo studio Tracciatura molecolare del Sars-CoV-2 in Italia nei primi tre mesi di epidemia, anzi, il fronte di Codogno (così come poi anche quello di Vo') risulta «strettamente legato» allo stipite originario di Shanghai «che ha causato una piccola esplosione a Monaco attorno al 20 gennaio e che si è probabilmente diffuso più tardi agli altri Paesi europei e al di là dell'Atlantico».

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Virus, il genoma misterioso del paziente di Padova

Di fronte agli oltre 240.000 casi di infezione ufficialmente registrati in Italia, il gruppo di ricerca nota però che le banche-dati contengono solo 77 campionature del genoma, cioè del patrimonio genetico del virus. Così a partire da maggio ne vengono effettuate altre 59, grazie ad un lavoro di rete fra centri clinici e laboratori di diverse regioni, che analizzano i tamponi effettuati su altrettanti pazienti fra il 22 febbraio e il 27 aprile. Tutte le stringhe risultano in linea con il ceppo europeo, tranne una: quella del paziente padovano.

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Traduciamo dall'inglese la scoperta dei ricercatori: «L'unico genoma caratterizzato nel nostro studio come non appartenente al lignaggio B.1 (cioè quello di Codogno-Monaco-Shanghai, ndr.) è stato isolato in un uomo di 76 anni residente nella provincia di Padova, che è sopravvissuto a gravi manifestazioni di Covid-19 malgrado l'età avanzata e la presenza di diverse comorbidità. Ha negato qualsiasi contatto con soggetti infetti e non ha viaggiato all'estero. Questo virus appartiene allo stesso lignaggio (B) dei primi due casi importati in Italia dalla regione di Hubei, alla fine di gennaio 2020, prima che l'Italia sospendesse i voli dalla Cina. La coppia atterrò all'aeroporto di Milano e viaggiò verso altre località nel Nord e Centro Italia prima dell'insorgenza dei sintomi che richiesero il ricovero a Roma, ma non era stata a Padova».

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Come si è contagiato il padovano?

Ma allora come si è contagiato il 76enne padovano? Per ora la scienza non sa rispondere: «L'origine di un tale ceppo rimane inspiegata e ulteriori indagini sono in corso per valutare se questo ceppo possa aver giocato un ruolo nel causare l'epidemia, almeno localmente.
Sarebbe anche interessante capire se il ceppo attualmente predominante sia stato per qualche ragione più virulento del ceppo iniziale, o se la diffusione di quest'ultimo sia stata limitata da fattori casuali». Come ha sottolineato Galli in tivù, il patogeno potrebbe essere arrivato «da un contesto dove l'infezione non era marcata», ma al momento il mistero resta: «Questo signore, assolutamente veneto per nome, cognome e storia personale, ha un virus che somiglia a quello dei signori cinesi, che per Padova non sono mai passati». Una vicenda che, secondo l'infettivologo, conferma comunque la peculiarità del Veneto: «È un'area di passaggio».

Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 08:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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