Partite Iva e piccoli imprenditori: quando ricevere il prestito garantito è un'odissea

Martedì 28 Aprile 2020 di Davide Lisetto
foto di repertorio
PORDENONE - Prestiti bancari fino a 25 mila euro per partite Iva e piccoli imprenditori: la misura prevista dal governo per portare immediata liquidità nelle casse delle micro-imprese rischia di trasformarsi per molti in una corsa a ostacoli. Le banche infatti non richiedono una semplice autocertificazione (come era sembrato di capire dopo l’emanazione del decreto): per il rilascio del prestito è prevista una vera e propria istruttoria con gli evidenti slittamenti dei termini, «mentre - sottolineano da Confartigianato Pordenone - lavoratori autonomi e piccole imprese hanno bisogno subito della liquidità necessaria per fare fronte alle spese o al pagamento di fornitori». Inoltre, molti artigiani e piccoli imprenditori hanno scoperto che l’importo massimo ottenibile non è superiore al 25% dei fatturati dell’attività economica e il 70% delle partite Iva e degli autonomi ha un fatturato che è inferiore ai 100 mila euro: perciò in pochi percepiranno il finanziamento massimo.
NON AUTOMATICO
«Quello che doveva essere automatico e basato su una semplice autocertificazione e con un procedura bancaria alquanto semplificata non lo è»: nella sede dell’associazione degli artigiani sono in molti a chiedere supporto sul finanziamento – coperto da garanzia statale fino al 100 – destinato al mondo dei “piccoli”. «Ci si imbatte – spiega l’associazione – in una serie di paletti che le banche sono costrette a mettere poiché nei casi in cui l’impresa non riesca a fare fronte al prestito sull’istituto di credito interviene Bankitalia per chiedere conto delle procedure». Anche sul fronte dei “micro-prestiti” previsti per lavoratori autonomi e partite Iva dunque ci si trova a dovere fare i conti con situazioni assai simili a quelle degli altri prestiti - con cifre assai superiori - destinati alle realtà economiche più grandi.
SOSTEGNO AL REDDITO
Per gli artigiani le cose vanno invece un po’ meglio sul fronte del sostegno al reddito dei loro dipendenti. Attraverso il sistema previsto dal Fondo bilaterale, già la scorsa settimana sono arrivati i primi assegni ai lavoratori che sono a casa. Si tratta dell’ammortizzatore sociale di categoria che copre i dipendenti delle imprese artigiane e garantisce la copertura dell’80% dello stipendio per almeno nove settimane. Solo in provincia di Pordenone sono arrivate circa 1.300 domande da parte di micro-aziende per un totale di oltre 5.200 addetti “fermati” dall’emergenza Covid-19. In regione stanno usufruendo del Fondo bilaterale quasi 4.300 attività produttive che hanno dovuto lasciare a casa quasi 17mila dipendenti. Un sistema – a differenza della cassa integrazione in deroga per la quale si denunciano ritardi – che sta dimostrando di funzionare in maniera snella. Tanto che già la scorsa settimana buona parte dei lavoratori ha ricevuto i primi assegni dell’indennità di sostegno al reddito.
Ultimo aggiornamento: 14:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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