In vendita la casa del Mutilato, il Ministero tratta. Ecco quanto vale la struttura

Il riatto sotto la guida della Soprintendenza costerà oltre un milione. Spazi espositivi e culturali

Giovedì 10 Agosto 2023 di Loris Del Frate
In vendita la casa del Mutilato, il Ministero tratta

PORDENONE - Se non siamo in dirittura d’arrivo, poco ci manca. Già, perchè il Comune sta chiedendo al Ministero di chiudere la partita in modo da avere poi il tempo di ristrutturare il tutto. Stiamo parlando della casa del Mutilato, in piazza XX Settembre. Un’opera di proprietà dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi di Guerra che ora è gestita al sodalizio locale. Ma il bene che ovviamente è vincolato dalla Sovrintendenza, potrebbe passare di mano tra poco.

Il Comune, infatti, si è fatto parte attiva con l’Associazione affinché il Ministero possa acquisire la Casa del mutilato in pieno centro cittadino. Le trattative, a quanto è dato sapere, sarebbero già a buon punto.


IL PREZZO
Non ci sono ancora conferme ufficiali, ma sembra che una delle offerte fatte si aggiri intorno ai 400 mila euro. Una cifra che sembra effettivamente bassa, ma che in realtà può diventare importante perchè ci sono diversi lavori da fare per risistemare la struttura. A quanto sembra, però, l’Associazione starebbe cercando di alzare la cifra. Non è da escludere che in autunno possa essere trovato l’accordo. A quel punto la Casa del Mutilato diventerebbe proprietà del Ministero che a sua volta, con una sorta di convenzione o altro atto, potrebbe affidarla per la gestione al Comune capoluogo.


LA RIQUALIFICAZIONE
È il secondo passo fondamentale per riavere l’immobile pronto una nuova destinazione. Non c’è ancora una stima precisa di quanto potrebbe costare una riqualificazione, comunque costosa perchè si opera su una struttura vincolata dalla Soprintendenza. In ogni caso si parla di cifre che possono andare al milione al milione e mezzo. Soldi che, almeno in grande parte, dovrebbero arrivare da Roma. Il Comune, invece, avrebbe in mano la responsabilità dell’eventuale gara e la vigilanza sulla riqualificazione. Difficile sapere i tempi, anche perchè, come detto, è ancora in corso la trattativa per la vendita dall’Associazione al Ministero, ma se la questione dovesse prendere una piega positiva l’amministrazione comunale vorrebbe chiudere il tutto, riqualificazione compresa, prima della chiusura del secondo mandato del sindaco Alessandro Ciriani.


IL SIMBOLO
L’immobile di piazza XX Settembre è nato - come detto - per iniziativa della sezione pordenonese dell’Associazione nazionale Mutilati e invalidi di guerra. La Casa sorse tra il 1935 e il 1937 - si legge sul sito del Comune - su progetto dell’architetto Cesare Scoccimarro nell’area monumentale di piazza XX settembre, accanto al monumento ai Caduti di Aurelio Mistruzzi. L’immobile fu scelto per ricordare a vita le vittime e dell’eroismo dei soldati. Da qui anche la citazione riportata a caratteri cubitali sulla facciata dell’edificio e tratta dal V libro dell’Eneide di Virgilio: “Quo fata trahunt retrahuntque sequamur, quicquid erit superanda omnis fortuna ferendo est”. Croce e delizia degli studenti liceali: “Andiamo là dove il destino sospinge e respinge, qualsiasi cosa accada ogni ventura va superata».


ALL’INTERNO
Il progetto esaltava il rapporto tripartito di tre spazi di grande monumentalità: un atrio d’ingresso, una grande scala a vista in asse con la composizione e il grande salone d’onore al secondo piano, capace di ospitare fino a 500 persone. La facciata - come si vede - ha un fronte meno esteso del corpo principale dell’edificio e viene abbracciata dallo stesso, creando un forte contrasto tra il prospetto monumentale e il volume semplificato con il quale si va a compenetrare».


COSA FARCI
Il Comune ha già le idee chiare su questo fronte. «Ovviamente - spiega il vicesindaco Alberto Parigi, assessore alla Cultura - stiamo parlando ancora di un bene che non è nella nostra disponibilità, quindi è ancora prematuro tacciare un percorso definitivo. In ogni caso l’idea, una volta riqualificata la struttura, è quella di utilizzarla come nuovo spazio espositivo di sicuro impatto, ma anche come luogo per la cultura cittadina, con una o più sale per incontri, dibattiti e studi».

Ultimo aggiornamento: 17:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci